Per il card. Scola la famiglia è la più grande risorsa dell’Italia

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In occasione del VII Incontro mondiale delle famiglie, domenica 3 giugno Benedetto XVI pranzerà presso la sede della Curia di Milano, dove alloggerà per tutta la durata della sua permanenza in città, insieme a sette famiglie: una per ciascuno dei cinque continenti, una famiglia milanese e una proveniente dal luogo che ospiterà il prossimo Incontro mondiale che sarà annunciato al termine della celebrazione eucaristica che chiuderà l‘evento. Il Pontefice ha chiesto che, in parallelo al suo pranzo, ne fosse offerto uno alle famiglie ‘povere’ che si svolgerà presso la mensa dell‘Università Cattolica di Milano, coordinato dalla Caritas e offerto da chi gestisce il catering delle sedi della Cattolica. Presso la Curia di Milano è stata allestita anche una sala in cui i fedeli che lo desiderano possono portare i propri doni per il Santo Padre.

 

E nei giorni scorsi l’Arcivescovo di Milano, card. Angelo Scola, è intervenuto, nei giorni scorsi, all’ultimo appuntamento del ciclo di incontri, dedicati alla crisi economica e al welfare, ‘Dalla crisi economica alla speranza affidabile’, organizzato in collaborazione con ‘Il Sole 24Ore’: “Affermare anche oggi con forza il primato del soggetto del lavoro non è la strada di un ritorno impossibile al passato, è il cammino verso la speranza affidabile”. Nella sede del Gruppo 24 Ore, il cardinale Scola chiude il ciclo di quattro incontri dedicati alla crisi economica e al welfare in preparazione a Family, affrontando, in un contesto in continuo mutamento, la “questione delle questioni”: “I nuovi modelli di lavoro nella famiglia oggi”.

Prima dell’Arcivescovo si sono confrontati nomi che contano nel panorama degli economisti e dei sociologi italiani: Donatella Treu, Alberto Quadrio Curzio, Marco Vitale; Tito Boeri, Rosangela Lodigiani. Hanno preso la parola anche il direttore de L’Osservatore Romano Giovanni Maria Vian e del Sole 24 Ore Roberto Napoletano, dialogando direttamente con il Cardinale. Contro quello che il card. Scola definisce “un ‘uomo-serbatoio’, concepito in maniera puramente individuale, uomo che conta meno di ciò che produce”, occorre andare oltre una visione puramente economico-finanziaria della realtà critica in atto: “Valorizzando adeguatamente il protagonismo tipico della famiglia, espressione stabile e primaria della società civile”. E quindi per l’arcivescovo di Milano il precariato dei giovani è un errore drammatico: “E’ ovvio che non ci troviamo più nella logica del posto fisso assicurato, ma la flessibilità non può essere sinonimo di precarietà”.

Insomma, il percorso del lavoro che può svilupparsi anche in modo dinamico e diversificato negli anni non può essere la precarietà a vita. Anche perché, suggerisce in un ulteriore passaggio, in una tale situazione viene meno la capacità di innovazione che “in economie avanzate come quelle occidentali, ma oggi tremendamente in affanno, è una delle risorse più efficaci per produrre crescita e sviluppo… Le statistiche mostrano però che il reddito delle famiglie italiane, a differenza di Paesi come Francia, Germania, Stati Uniti, è consistentemente calato con la crisi… Le istituzioni politiche non debbono gestire la società civile, debbono solo governarla. Ma questo non significa che le istituzioni statuali debbano sottrarsi al compito di fare finalmente solide politiche per la famiglia con particolare riferimento alla conciliazione famiglia-lavoro”.

Infatti il tema della famiglia, ha aggiunto l’economista Marco Vitale, “è nel nostro ordinamento insufficiente e mal gestito. Su questo abbiamo un problema che prescinde dalla crisi, ma che oggi con questa si aggrava. Bisogna ripartire dalla Costituzione, che garantisce chiaramente la famiglia, nei suoi due articoli 29 e 31”. Infine, a ridosso del VII Incontro mondiale delle famiglie, il cardinal Scola ha sottolineato che “la famiglia è la più grande risorsa del Paese. La famiglia non è in crisi, semmai lo è la coppia, tant’è che tutti vogliono fare famiglia. In famiglia si è chiamati per nome, la famiglia spiega il segreto della relazione. L’evento sta avendo grande impatto sulla realtà sociale. La base per la speranza affidabile c’è: bisogna tornare alla persona, alla relazione e alle cose in sé. La speranza che possiamo avere è affidabile”.

E per l’occasione dell’incontro mondiale delle famiglie le reliquie dei genitori di Santa Teresina dal 28 maggio al 3 giugno arrivano a Milano: la loro presenza sottolinea il ruolo che i beati coniugi Martin hanno avuto nel seno della Chiesa, vivendo la loro esperienza di coppia alla luce del principio che Dio era ‘il primo servito’. In tale occasione sarà esposta la mostra itinerante dal titolo: ‘Luigi e Zelia Martin. Genitori che generano Santi’.

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