“Attenzione su chi può trarre maggiore beneficio da cure”. I barbari sono al confine. Winter is coming

L’allarme del Coordinamento delle terapie intensive della Regione Lombardia, maggiormente colpita, nella lettera al Presidente Attilio Fontana: “In assenza di tempestive saremo costretti ad affrontare un evento che potremo solo qualificare come una disastrosa calamità sanitaria”. Una nazione bloccata perché per 61 milioni di abitanti ci sono solo 4.000 posti in terapia intensiva. Maledetti i politici che hanno praticato da anni tagli alla sanità, mentre hanno pompato nostri soldi nel pozzo senza fondo Alitalia.
L’ipotesi delle priorità d’accesso: “Prima chi ha più probabilità di sopravvivenza”. Voilà. Norme e valori illuminati. Per primo vanno buttati in mare gli anziani. Oggi le persone anziane, domani quelle economicamente non produttivi, gli emarginati o chi è già colpito da altre malattie, dopodomani la selezione in base all’origine o sull’importanza sociale o del conto bancario. Non c’è freno o limite a quel tipo di utilitarismo, che farà più vittime del Sars-CoV-19 stesso. I barbari sono al confine. Winter is coming.
Dalla movida che non si ferma, le spiagge affollate, fino ai centri commerciali pieni: ecco la gente irresponsabile che ignora le raccomandazioni. Sono d’accordo con Matteo Matuzzi, che in un tweet ha osservato che andrebbero identificati, così quando le terapie intensive saranno sature, si saprà chi lasciare fuori.
Porre un limite d’età per l’accesso alla terapia intensiva, basato sulle maggiori possibilità di sopravvivenza. È quello che ipotizza la Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) in un documento tecnico legato all’emergenza Sars-CoV-19. “Può rendersi necessario porre un limite di età all’ingresso in terapia intensiva. Non si tratta di compiere scelte meramente di valore, ma di riservare risorse che potrebbero essere scarsissime a chi ha in primis più probabilità di sopravvivenza e secondariamente a chi può avere più anni di vita salvata, in un’ottica di massimizzazione dei benefici per il maggior numero di persone”, si legge nel rapporto intitolato “Raccomandazioni di etica clinica per l’ammissione a trattamenti intensivi e per la loro sospensione, in condizioni eccezionali di squilibrio tra necessità e risorse disponibili”.
Il rapporto – che è stato diffuso e pubblicato integralmente anche sul sito internet di Siaarti – è indirizzato ai medici, che hanno deciso di scrivere direttamente al Presidente Attilio Fontana per chiedergli di manifestare al governo nazionale le loro preoccupazioni. “In assenza di tempestive ed adeguate disposizioni da parte delle Autorità saremo costretti ad affrontare un evento che potremo solo qualificare come una disastrosa calamità sanitaria“, si legge nel documento indirizzato dal Coordinamento delle terapie intensive della Lombardia al Presidente Fontana.
Secondo Siaarti, “un eventuale giudizio di inappropriatezza all’accesso a cure intensive basato unicamente su criteri di giustizia distributiva (squilibrio estremo tra richiesta e disponibilità) trova giustificazione nella straordinarietà della situazione”. “Siamo consapevoli – continua il documento – che affrontare questo tema può essere moralmente ed emotivamente difficile. Come Società scientifica avremmo potuto (tacendo) affidare tutto al buon senso, alla sensibilità e all’esperienza del singolo anestesista rianimatore, oppure tentare (come abbiamo scelto di fare) di illuminarne il processo decisionale con questo piccolo supporto che potrebbe contribuire a ridurne l’ansia, lo stress e soprattutto il senso di solitudine. Non è la Siaarti, con questo documento di raccomandazioni, a proporre di trattare alcuni pazienti e di limitare i trattamenti su altri – concludono, lavandosi le mani -. Al contrario, sono gli eventi emergenziali che stanno costringendo gli anestesisti-rianimatori a focalizzare l’attenzione sull’appropriatezza dei trattamenti verso chi ne può trarre maggiore beneficio, laddove le risorse non sono sufficienti per tutti pazienti”.
Un plauso agli Ordini dei medici, secondo cui “i pazienti sono tutti uguali”, contestando la “visione” di Siaaart, mentre quei miserabili che hanno stilato quel vergognoso documento discriminatorio, andrebbero radiati immediatamente dall’Albo. La Magistratura dovrebbe indagare sul vergognoso “documento guida” redatto dalla Siaart.