La Genesi viene illuminata. E presentata al Papa da un artista di Gerusalemme

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Ci sono voluti due anni perché Avner Moriah, un rinomato artista israeliano, completasse il suo “Libro Illuminato della Genesi”. E domani lo presenterà a Benedetto XVI, in un’udienza straordinaria in cui accompagnerà Mordechai Lewy, ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, il Rabbino Jack Bemporad, direttore del Centro per il Dialogo Interreligioso Giovanni Paolo II presso l’Angelicum, e Angelica Berrie, presidente della Russel Berrie Foundation. E proprio Angelica Berrie – presidente della Fondazione che finanzia il Centro per il Dialogo Interreligioso dell’Angelicum – sostiene che questo dono al Papa è “un altro momento unificante nel quale le nostre fedi, attraverso i testi religiosi che condividiamo, arrivano ad una più profonda comprensione delle nostre comuni radici”. Nel pomeriggio di domani, alle 16, il cardinal Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, sarà all’Angelicum per la Berrie Lecture, e parlerà di 50 anni di relazioni tra ebrei e cristiani. Relazioni che oggi, dal punto di vista del dialogo interreligioso, sembrano più salde che mai. E il fatto che il libro di Moriah verrà incluso nella collezione dell’Editrice Vaticana dei libri d’arte storico-religiosi che hanno ispirato l’umanità nei secoli “è un onore enorme”, commenta lo stesso artista israeliano.

 

Cinquantotto anni, di Gerusalemme, Moriah ha cominciato due  anni fa a lavorare al progetto di “illuminare” l’intera Bibbia. Ed è ovviamente partito dall’inizio, ovvero dalla Genesi. Illuminare, per Moriah, significa arricchire il testo biblico con immagini che sono intese come un “midrash visivo” (il midrash è il commento rabbinico alla Bibbia che si propone di metterne in luce gli insegnamenti giuridici e morali utilizzando diversi generi letterari). Molto curato anche il testo ebraico, “disegnato” dal calligrafo Izzy Pludwinski.

È stato il rabbino Jack Bemporad a portare all’attenzione del Vaticano il “Libro Illuminato della Genesi”: ha mostrato il lavoro a Mordechai Lewy, il quale a sua volta lo ha mostrato alla Libreria Editrice Vaticana. La quale ha deciso di includerlo in una delle sue collezioni. Ma come è nato il progetto di Moriah? L’artista stesso racconta che l’idea di interpolare il testo della Bibbia con sue opere d’arte interpretative gli è venuta mentre sua moglie soffriva di cancro, ed era stata ricoverata in ospedale. “Il mio – dice – è un commento visivo che lavora insieme al testo in un modo differente da quello che sono i tradizionali commenti scritti”.

Moriah spiega che il testo della Bibbia “è incredibile per il modo in cui descrive la vita e l’umanità. Ma quando si legge, la descrizione delle scene è minima. Questo significa che c’è grande libertà di immaginare gli scenari, il tempo dell’anno, i luoghi e tutto ciò che non è stato delineato esplicitamente nel testo. Siamo liberi di immaginare qualunque cosa vogliamo”.

Moriah, che ha uno studio ad Har Adar, vicino Gerusalemme, non ha un background religioso. Questo, secondo lui, gli ha permesso di guardare al libro della Genesi con una prospettiva fresca e  di avere idee originali riguardo i temi del libro e  i messaggi contenuti nelle storie. Per esempio, spiega, “quando ho studiato la storia di Isacco, ho visto numerosi paralleli con la storia della vendita di Giuseppe come schiavo dai suoi fratelli. In entrambe le storie, i soggetti degli eventi, Isacco e Giuseppe, usano la parola ‘hineini’ [sono qui]; in entrambe le storie ci sono testimonianze degli accadimenti e un animale è massacrato al posto di entrambi gli uomini, e questo fa pensare a un tema comune che lega i due eventi”. Per questo, Moriah ha disposto le illustrazioni delle due storie l’una di fianco all’altra.

“L’intera idea del testo è di continuare a studiarlo, reinterpretarlo, e un comment visivo non era mai stato fatto prima nella storia degli Ebrei. La bellezza di  questo testo risiede nel fatto che non appartiene a delle mode di pensiero: appartiene a tutti noi, e chiunque può studiarlo e rivederne l’interpretazione”.

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