L’appello per don De Pretis, ancora agli arresti a Gibuti
Dal 28 ottobre 2007 don Sandro De Pretis, prete trentino, è agli arresti domiciliari a Gibuti, sulla base di accuse palesemente infondate che variano dalla pedofilia alla corruzione di minori. Dopo l’Angelus di domenica, anche Benedetto XVI si è interessato al caso, invitando a pranzo l’arcivescovo di Trento, mons. Luigi Bressan. Il presule ha espresso al papa una preghiera speciale per il sacerdote trentino: “Ho chiesto la benedizione del Santo Padre sulla nostra diocesi chiedendogli una preghiera particolare per don Sandro”.
E ancora: “Il papa è rimasto visibilmente colpito nell’apprendere che un nostro sacerdote vive una situazione di profonda ingiustizia da così tanti mesi; ha assicurato la sua condivisione e il suo ricordo, invitandomi ad inviare il dossier alla Segreteria dello Stato Vaticano”.
Il dossier è stato pubblicato nei mesi scorsi sul settimanale diocesano ‘Vita Trentina’ ed è composto da circa 60 pagine, contente un reportage, una cronologia ragionata degli avvenimenti e l’appello pubblicato sul sito internet www.vitatrentina.it, e 5219 firme di adesione all’appello per la liberazione del missionario consegnate al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nei mesi scorsi molti media si sono occupati della vicenda del missionario (l’Adige, Trentino, Corriere del Trentino, Rai3 Regione, RTTR, TCA, Radio Studio Sette, Rtt, Radio Dolomiti, Radio Vaticana, Sir, Unimondo, Nigrizia, Misna, Fides, Avvenire, Corriere della Sera..), fra cui anche Korazym.
Il comunicato stampa dell’arcivescovo si chiude con una nota di speranza ed una esortazione alla comunità cristiana del Trentino: “Confidiamo che anche il passo compiuto oggi con il Santo Padre avvicini la conclusione di questa ingiusta vicenda. In questi mesi le accuse che erano state mosse al nostro missionario sono cadute una sull’altra, confermando che il procedimento a suo carico serve unicamente a dilazionare altri processi, rispetto ai quali egli è assolutamente estraneo. Esorto la comunità trentina a continuare a ricordare con affetto don Sandro, in attesa di poterlo riabbracciare in questa sua terra come anche di rivederlo poi ripartire, se tale continuerà ad essere il suo desiderio, per l’Africa”.