Le Marche, meraviglie in Vaticano

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Raffaello e Guido Reni, il Pomarancio e il Guercino, Mattia Preti e Francesco Podesti. Sono solo alcuni dei grandi maestri che hanno reso le chiese e i palazzi delle Marche degli scrigni d’arte. Madonne ed angeli, immagini di santi e volti di Cristo che raccontano la fede e il mecenatismo di una regione che ha custodito gelosamente la sua eredità. Per valorizzare questo patrimonio i musei delle Marche si sono uniti in una grande progetto culturale che usa internet come banca dati, a fianco alla più classica delle esposizioni. “ Meraviglie dalle Marche” è il titolo della mostra che fino al 10 giugno è ospitata nel Braccio Carlo Magno in Piazza San Pietro. Ad accogliere il visitatore è il Palazzo di Urbino, in funzione di porta di accesso alle meraviglie che si mostrano come gioielli da osservare con lentezza e dedizione. I soggetti sono per la maggior parte religiosi e non perché la mostra è allestita in Vaticano Fino al XVIII secolo, in Italia, ma non solo, la maggior parte delle opere dipinte o affrescate sono infatti di soggetto religioso, ma come non soffermarsi sull’espressivo ritratto di Francesco Arsilli dipinto a Roma da Sebastiano del Piombo, che ritorna sia pur provvisoriamente nella città in cui venne realizzato? Seguendo un percorso solo in parte cronologico il primo tema è quello mariano. Non poteva essere diversamente visto che le Marche custodiscono il tesoro mariano più importante del mondo: la santa Casa di Loreto.

Così dall’Annunciazione di Guido Reni conservata nella Pinacoteca Comunale di Fano si passa alle due tavole di Carlo Crivelli Madonna con il Bambino del Museo Diocesano di Ascoli Piceno. E c’ è addirittura una Assunzione di Maria, tessuta in arazzo su disegno di Peter Paul Rubens. I volti di Cristo come quello di Tiziano custodito nella Galleria Nazionale delle Marche di Urbino si confronta con quello dalla Pietà di Francesco Podesti, il pittore anconetano che nell’Ottocento assurse a grande notorietà a Roma, dove affrescò in Vaticano, accanto alle celebri Stanze di Raffaello, la Sala della Immacolata, di cui è presente in mostra il bozzetto per l’affresco raffigurante la Proclamazione del Dogma dell’Immacolata Concezione. E poi i santi come Caterina d’Alessandria vista da Raffaello e san Francesco di Assisi di Andrea Lilli e l’eccezionale San Sebastiano di Guido Reni o la Santa Palazia del Guercino. C’è anche il tema della “buona morte” soggetto assai presente nella pittura religiosa del Seicento, e così è Luca Giordano a descrivere la Morte di San Giuseppe. La gloria di San Nicola di Bari firmata dal pittore calabrese Mattia Preti, ora conservato nella Pinacoteca Civica di Fano è monumentale. Il santo vescovo di Mira, portato in volo dagli angeli sopra una nube, è investito dalla luce celeste, che cala dall’alto, facendo risplendere il colore chiaro dei suoi abiti. Nelle Marche non c’è centro che non custodisca un tesoro: Fabriano, Camerino, Pesaro, Sassoferrato, Ascoli Piceno, Fermo, Osimo, Ancona e tante altre località. Per questo la mostra è parte del più ampio progetto del “Museo dei Musei” delle Marche: www.musei.marche.it.

La mostra vaticana è un’occasione anche per la promozione delle grandi possibilità culturali della regione. A completare la mostra il catalogo, edito da Allemandi, che oltre alla descrizione di ogni singola opera, offre alcuni saggi che propongono un vero viaggio virtuale nei musei marchigiani. “Nelle Marche esiste del resto una delle stratificazioni meglio conservate del legame tra fede, cultura e territorio- scrive il vescovo di Macerata Claudio Giuliodori nell’introduzione del catalogo- Il territorio è ancora contrassegnato dalla presenza di abbazie, monasteri e conventi, che con la storia documentano come le dolci e amabili colline marchigiane siano state teatro di un fecondo incontro tra spiritualità, arte e organizzazione sociale.”

Dopo il Vaticano la mostra farà tappa a Buenos Aires e in altre località del Sud America, grazie anche al sostegno di alcuni imprenditori argentini. Le Marche sono ricche di straordinarie bellezze paesaggistiche e culturali che, anche attraverso questa mostra, possono essere meglio conosciute non solo dal resto del Paese e dal mondo, ma anche dai marchigiani stessi, per essere orgogliosi della loro tradizione.

La mostra è visitabile ogni giorno dalle 10.00 alle 19.00 eccetto il mercoledì mattina, il biglietto costa 7 euro. Per info: www.rosifontana.it

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