Il Papa: mi sono sentito sostenuto dalla preghiera della Chiesa nei momenti difficili
Anche io mi sono sempre sentito sostenuto dalla preghiera della Chiesa soprattutto nei momenti difficili. Benedetto XVI fa sue le parole dell’ Apostolo Pietro e riceve l’applauso della Piazza. Nella catechesi dell’ Udienza generale il Papa parla della prigionia di San Pietro e della sua liberazione miracolosa. Rilegge gli Atti degli Apostoli e sottolinea il significato della “preghiera della Chiesa.” Così avviene per Pietro per il quale la comunità prega tutta la notte. “ La forza della preghiera incessante della Chiesa sale a Dio e il Signore ascolta e compie una liberazione impensabile e insperata, inviando il suo Angelo.” Un richiamo evidente alla liberazione d’Israele dalla schiavitù dell’Egitto. E’ l’ angelo che libera Pietro e che richiama con le parole la Pasqua ebraica ma soprattutto la Risurrezione di Cristo.
Il Papa poi sottolinea un altro aspetto: la comunità prega e Pietro, si legge negli Atti «stava dormendo». Sembra strano, ma è la dimostrazione che “egli si fida di Dio, sa di essere circondato dalla solidarietà e dalla preghiera dei suoi e si abbandona totalmente nelle mani del Signore. Così deve essere la nostra preghiera: assidua, solidale con gli altri, pienamente fiduciosa verso Dio che ci conosce nell’intimo e si prende cura di noi al punto che – dice Gesù – «perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati.Non abbiate dunque paura…» (Mt 10, 30-31).” Una indicazione per noi oggi e un richiamo che il Papa aggiunge. La comunità dei primi cristiani vive una crisi, non tanto per le persecuzioni, “ma perché al suo interno sono presenti gelosie e contese”. Nella Lettera di Giacomo si trovano le domande e le risposte a questa situazione. Le cause sono “il lasciarsi dominare dalle passioni, dalla dittatura delle proprie voglie, dall’egoismo” e “la mancanza di preghiera – «non chiedete» – o la presenza di una preghiera che non si può definire come tale – «chiedete e non ottenete, perché chiedete male, per soddisfare le vostre passioni»”.
Un richiamo diretto all’ oggi, che il Papa ripete con decisione portando l’ esempio della comunità che accompagna la prigionia di Pietro ed é “una comunità che prega veramente, per tutta la notte, unita. Ed è una gioia incontenibile quella che invade il cuore di tutti quando l’Apostolo bussa alla porta. Sono la gioia e lo stupore di fronte all’azione di Dio che ascolta.” Conclude il Papa: “la Chiesa, ciascuno di noi, attraversa la notte della prova, ma è la vigilanza incessante della preghiera che ci sostiene. Anche io, fin dal primo momento della mia elezione come Successore dell’Apostolo Pietro, mi sono sempre sentito sorretto dalla preghiera della Chiesa, dalla vostra preghiera, soprattutto nei momenti più difficili. Ringrazio di cuore! Con la preghiera costante e fiduciosa il Signore ci libera dalle catene, ci guida per attraversare qualsiasi notte di prigionia che può attanagliare il nostro cuore, ci dona la serenità del cuore per affrontare le difficoltà della vita, anche il rifiuto, l’opposizione, la persecuzione.”
Tra i discorsi nelle diverse lingue anche un riferimento alla Conferenza promossa da Giustizia et Pax sul traffico di esseri umani, e un saluto ai fedeli polacchi che ieri hanno festeggiato san Stanislao patrono della Polonia.