Jane Austen: la modernità degli ideali

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E’ opinione diffusa che uno scapolo abbiente abbia desiderio di cercare moglie. Era opinione diffusa che il primo ballo d’autunno sarebbe stato un bellissimo intrattenimento…Incipit che rimangono nella memoria e che non tramontano mai. Sono quelli dei romanzi di Jane Austen e dei suoi cliché eterni. Chi l’avrebbe detto che in questi nostri giorni così amari, così duri, in un panorama letterario grigio e privo di idee, si dovesse tornare alla Austen per rimettersi a scrivere. Ma succede proprio questo. Mesi fa è apparso in Gran Bretagna un libro firmato dalla grande autrice P. D. James, intitolato “La morte arriva a Pemberley”: si tratta di un giallo ambientato a Pemberley, la magnifica casa di residenza di Mister Darcy, protagonista maschile assoluto di “Orgoglio e pregiudizio” della Austen e prototipo insuperabile dell’uomo desiderabile, del marito ideale, del mito incrollabile che ha prodotto infiniti replicanti in romanzi e film d’ogni genere. Mister Darcy, la sua innamorata – e poi moglie, dopo le necessarie peripezie – Elisabeth Barrett diventano dunque protagonisti di un giallo d’epoca, evidentemente scritto con grande stile e brio. Pare che la James abbia sognato a lungo di poter scrivere un romanzo sulle tracce dei suoi beniamini. Non avremmo mai pensato che una come lei nutrisse una simile passione. Eppure è così.

In questi giorni esce in Italia il romanzo (pubblicati dalla Tea edizioni). Si tratta del tentativo di una autrice inglese, Joan Aiken, di portare a compimento il romanzo incompiuto della Austen, , appunto. Secondo gli appassionati, questo sarebbe stata la grande opera della maturità della Austen ed Emma, la protagonista, era già stata disegnata in maniera tale da far presagire in lei una delle sue eroine di maggior levatura. A questo si aggiunga il successo di due serie di romanzi, tradotti anche in Italia (sempre dalla Tea): Carrie Bebris racconta delitti e intrighi che la coppia Darcy-Elisabeth riescono sbrogliare in quel di Pemberley e dintorni. Stephanie Barron ha scelto addirittura la stessa Austen come protagonista di gialli ambientati nell’Inghilterra del primo Ottocento. E c’è anche chi, come Pamela Aidan, che si è immaginata un’intera serie di romanzi in cui Darcy in prima persona racconta tutta la sua vicenda amorosa, dal suo punto di vista. Non si contano, poi, i libri che si ispirano ai personaggi e alle atmosfere austiane, direttamente e indirettamente, persino manuali che ti insegnano a vivere, a fare shopping, a trovare marito e a sedurre il capoufficio, tutto attraverso le immortali massime ricavate da “Orgoglio e pregiudizio”, da “Emma”, da “Ragione e sentimento”, da “Persuasione”, da “Manfield Park”, da “Northargern Abbey”.

Follia diffusa? Carenza di idee? Riconoscimento universale del valore di Jane Austen? Un po’ tutte queste cose insieme, pensiamo. Dobbiamo ammettere che il fascino di Elisabeth, Emma, Catherine, insieme ai loro gentiluomini, è irresistibile e, in fondo, le loro storie non sono poi tanto diverse dalle nostre. O. almeno, abbiamo sempre sperato che così fosse. E, se da una parte possiamo certo lamentare la necessità di guardarci indietro, per trovare una qualche fonte di ispirazione, riconosciamo che questo desiderio di storie belle e ricche di sentimento sono il segno che questi sono desideri ancora vivi e profondi in noi. E lo possiamo testimoniare in prima persona: chi scrive ha letto almeno tre volte ogni romanzo della Austen. Circa due settimane fa abbiamo comprato quattro dvd con la serie che la Bbc ha prodotto, nel 1995, per mettere in scena “Orgoglio e pregiudizio”. Abbiamo iniziato con il primo dvd alle dieci circa di una sera di fine aprile, abbiamo spento il tutto quasi alle quattro del mattino. Impossibile staccarsi dal video: Jane Austen colpisce all’infinito.

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