Il Papa: per l’educazione non basta la conoscenza occorre formare i cuori
E del resto “anche oggi, la visione cristiana, presentata nella sua ampiezza e nella sua integrità, si dimostra immensamente attraente per l’immaginazione, l’idealismo e le aspirazioni dei giovani, che hanno il diritto di conoscere la fede in tutta la sua bellezza, la sua ricchezza intellettuale e le sue esigenze radicali.” Ecco allora la ricetta per una vera educazione cattolica secondo il Papa. Non basta trasmettere conoscenza, occorre “formare i cuori”, cioè si deve “ bilanciare il rigore intellettuale nel comunicare in modo efficace, attraente e integrale la ricchezza della fede della Chiesa, con la formazione dei giovani nell’amore di Dio, nella pratica della morale cristiana e della vita sacramentale e, non ultimo, nel coltivare la preghiera personale e liturgica.” La critica è forte: “Troppo spesso, pare, le scuole e i college cattolici non sono riusciti a sfidare gli studenti a riappropriarsi della loro fede come parte delle stimolanti scoperte intellettuali che caratterizzano l’esperienza dell’educazione superiore.” Fede e ragione da mettere in relazione armonica grazie al ruolo essenziale degli insegnati “ che ispirano gli altri con il loro amore evidente per Cristo, la loro testimonianza di solida devozione e il loro impegno verso quella sapientia Christiana che integra la fede e la vita, la passione intellettuale e il rispetto per lo splendore della verità, sia divina sia umana.”
Cita Agostino il Papa e ricorda l’impegno cristiano “che ha dato vita alle università medievali, e si fondava su questa convinzione che l’unico Dio, come fonte di ogni verità e bontà, è anche fonte del desiderio ardente dell’intelletto di conoscere e dell’anelito della volontà di realizzarsi nell’amore.” Un servizio alla verità, che impegna le istituzioni cattoliche ad “aiutare a superare oggi la crisi delle università. Saldamente radicato in questa visione dell’interrelazione intrinseca tra ragione e ricerca dell’eccellenza umana, ogni intellettuale cristiano, e tutte le istituzioni educative della Chiesa, devono essere convinti, e desiderosi di convincere gli altri, che nessun aspetto della realtà rimane estraneo o non sfiorato dal mistero della redenzione e dal dominio del Signore Risorto su tutto il creato.” Serve insomma un “rinnovamento dell’apologetica e un’enfasi sui tratti distintivi cattolici; in ultimo, però, deve essere volto a proclamare la verità liberatrice di Cristo e a stimolare un dialogo e una cooperazione più ampi nell’edificare una società sempre più saldamente radicata in un umanesimo autentico, ispirato dal Vangelo e fedele ai valori più alti dell’eredità civica e culturale americana.”
Una sfida e una opportunità per la intera nazione in questo momento storico, conclude il Papa “che per prime tutte le istituzioni educative della Chiesa dovrebbero riconoscere e abbracciare.” Michael Jarboe Sheehan, arcivescovo di Santa Fe, nel New Mexico, nel suo saluto al Papa ha ricordato che sacerdoti, diaconi e responsabili della Chiesa dimostrano un crescente impegno a favore dell’identità cattolica e fedeltà agli insegnamenti della Chiesa e alle norme liturgiche. Il vescovo ha aggiunto che il numero dei cattolici nativi è in continua crescita e che il prossimo 21 ottobre Kateri Tekakwitha, sarà la prima indiana a essere canonizzata.