Il Papa: senza amore la ricerca perde la sua nobiltà

Le scienze sperimentali hanno trasformato la autocomprensione dell’uomo, ma sullo sfondo del diffuso ottimismo del sapere scientifico si protende l’ombra di una crisi del pensiero. Il Papa lo ripete agli uomini della sciano e della politica riuniti alla Università cattolica del sacro Cuore che a Roma celebra i 50 anni della facoltà di medicina e la giornata della ricerca scientifica. Una ottima occasione per Benedetto XVI di aprire la giornata con una riflessione sul “ quaerere deum”. L’uomo contemporaneo è ricco di mezzi, ma non di fini, dice il Papa, dimentica spesso le domande di senso, nega la dimensione trascendente, e così s dimentica la radice culturale che ha fatto grande il pensiero europeo. “ Una mentalità fondamentalmente tecnopratica – ha detto il Papa- genera un rischioso squilibrio tra ciò che è possibile tecnicamente e ciò che è moralmente buono, con imprevedibili conseguenze.” La ricerca deve nascere dalla nostalgie di Dio, spiega Benedetto XVI citando Agostino e Anselmo d’ Aosta.
Eppure proprio la “cultura positivista, escludendo la domanda su Dio dal dibattito scientifico, determina il declino del pensiero e l’indebolimento della capacità di intelligenza del reale.” Torna il tema ratzingeriano di fede e ragione perché “il Cristianesimo non relega la fede nell’ambito dell’irrazionale, ma attribuisce l’origine e il senso della realtà alla Ragione creatrice, che nel Dio crocifisso si è manifestata come amore e che invita a percorrere la strada del quaerere Deum” Da qui il sentiero della fede porta alla croce di Cristo, “Albero della vita, rivelazione dell’amore appassionato di Dio per l’uomo.” Il Papa ha ricordato che la cura dei sofferenti è inconto con il volto di Cristo. Per questo il Papa chiede agli uomini della ricerca di lasciarsi “sempre guidare dalla sapienza che viene dall’alto, da un sapere illuminato dalla fede, ricordando che la sapienza esige la passione e la fatica della ricerca.” In questo quadro il ruolo dell’università cattolica è fondamentale, perché diventa un “luogo in cui la relazione di cura non è mestiere, ma missione.” E nella vita dell’università si inserisce il confronto, il dialogano “che apre l’intelligenza e testimonia la ricca fecondità del patrimonio della fede. Si dà forma così a una solida struttura di personalità, dove l’identità cristiana penetra il vissuto quotidiano e si esprime dall’interno di una professionalità eccellente.” Il Papa chiede alla Università Cattolica di avere una “progettualità in cui il dono dell’intelligenza investiga e sviluppa i doni del mondo creato, superando una visione solo produttivistica e utilitaristica dell’esistenza”. Benedetto XVI, ricordando le parole di Padre Padre Gemelli chiede di rimettere al centro “dell’attenzione la persona umana nella sua fragilità e nella sua grandezza, nelle sempre nuove risorse di una ricerca appassionata e nella non minore consapevolezza del limite e del mistero della vita.”
Concludendo il discorso il Papa si è rivolto ai malati del Policlinico: “ E’ proprio l’amore di Dio, che risplende in Cristo, a rendere acuto e penetrante lo sguardo della ricerca e a cogliere ciò che nessuna indagine è in grado di cogliere.” Perché, dice il Papa seguendo il pensiero del beato Toniolo: “Senza amore, anche la scienza perde la sua nobiltà.” La visita di oggi del Papa all’Università Cattolica del Sacro Cuore, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Roma, presso il Policlinico “Agostino Gemelli” è stata una occasione per Benedetto XVI di dimostrare il suo sostegno all’ateneo cattolico in occasione del 50.mo anniversario dell’istituzione della prestigiosa Facoltà di Medicina e Chirurgia. Per questo, ha accolto subito, con simpatia e disponibilità l’invito. Cinque minuti di elicottero per arrivare dal Vaticano ed essere ricevuto dal cardinale Vicario Agostino Vallini, l’arcivescovo di Milano cardinale Angelo Scola, Presidente dell’Istituto Toniolo, da mons. Lorenzo Leuzzi, ausiliare di Roma e delegato per la pastorale sanitaria, il Ministro per i Beni e le Attività culturali, Lorenzo Ornaghi, e numerosi accademici guidati dal Pro- Rettore dell’ateno dr. Franco Anelli.
Il Papa ha salutato una trentina di persone tra autorità, docenti e studenti. Nel pomeriggio si celebra la Giornata per la Ricerca, un’occasione per ripercorrere i tanti risultati conseguiti e presentare i progetti futuri dell’Università Cattolica. Più di 700 sono i ricercatori impegnati in 35 Istituti, oltre 1500 lavori scientifici pubblicati ogni anno sulle migliori riviste internazionali, 46 ricercatori nella classifica dei 300 “Top Italian Scientists”. Queste sono solo alcune delle cifre che contraddistinguono la Facoltà di Medicina e Chirurgia “A. Gemelli” dell’Università Cattolica, giunta al suo 50° anno di vita: una ricorrenza importante, che si vuole sottolineare in modo originale e costruttivo con la prima Giornata per la Ricerca, intitolata “Una vita per la Ricerca, la Ricerca per la vita”. Le sessioni dell’intensa giornata vedranno la partecipazione di numerosi relatori, sotto la presidenza autorevole del Professor Enrico Garaci, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, e dell’Ingegner Luigi Nicolais, Presidente del Consiglio Nazionale delega Ricerche. “In occasione dei 50 anni della nostra Facoltà – ha detto il Preside di Medicina Bellantone – abbiamo inteso istituire la Giornata per la Ricerca con l’obiettivo primario di far conoscere ai cittadini e in particolare al mondo cattolico, seppure in chiave divulgativa, le attività di ricerca svolte nei nostri Istituti e le loro applicazioni cliniche nei reparti del Policlinico A. Gemelli.”
La Giornata abbraccerà i settori fondamentali della ricerca in medicina, toccando tutte le aree cliniche dalla nascita al fine vita: “Dal concepimento alla nascita”; “Sviluppo infantile, Pubertà e Adolescenza”; “Le grandi malattie dell’adulto”; “Senescenza e fine vita”. Ogni anno vengono pubblicate nelle migliori riviste oltre 1500 lavori scientifici (dati annuario UCSC 2010), tra articoli, libri e capitoli di libro. Inoltre ben 46 Ricercatori della Facoltà sono presenti, in ottima posizione, nella classifica dei 300 “Top Italian Scientists” stilata dalla “Virtual Italian Accademy”, il più importante network di comunicazione, che riunisce ricercatori italiani di tutto il mondo uniti da una mission comune: promuovere l’eccellenza della ricerca italiana nel mondo. Nel 2011 sono stati svolti nella Facoltà oltre 300 progetti finanziati sia in ambito nazionale, che internazionale. La qualità delle ricerche effettuate ha anche portato alla realizzazione di 20 brevetti negli ultimi anni di cui sono autori o coautori ricercatori della Facoltà di Medicina e Chirurgia della Cattolica, a testimonianza dell’efficacia delle attività, mirata al conseguimento di risultati concreti e tangibili.