Comunicare scienza, comunicare vita

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‘Comunicare scienza, comunicare vita’ è il titolo del convegno che si svolgerà dal 4 al 5 maggio a Roma, organizzato dall’associazione ‘Scienza&Vita’, con lo scopo non solo di studiare nuove tecniche, ma soprattutto approfondire una ‘nuova’ visione antropologica della vita e dell’uomo. Il convegno sarà aperto dalla lectio magistralis di mons. Domenico Pompili, Direttore dell’Ufficio nazionale delle Comunicazioni Sociali della Cei, a cui seguirà una tavola rotonda sulla comunicazione. Il giorno successivo il convegno continuerà con la relazione di mons. Dario E. Viganò, presidente della fondazione dell’Ente dello Spettacolo, sul tema: ‘Comunicare con il cinema’. Quindi il tema del convegno intende rimettere al centro dell’agire politico le problematiche giuridiche ed etiche legate al grande tema della vita.

Il copresidente nazionale e docente all’Università ‘Federico II’ di Napoli, Lucio Romano, ha così motivato il titolo del convegno: “Trattare di modalità e mezzi di comunicazione significa oggi interpretare nuovi bisogni di conoscenze da declinare con tecniche che consentano una fruizione e condivisione più facile e immediata (es.: twitter, facebook, blog, ecc.) con tempi a disposizione sempre più limitati. A fronte di modalità e mezzi sempre più disponibili e dal facile utilizzo perché intuitivi, si ravvede il bisogno, particolarmente avvertito e diffusamente rappresentato, di essere informati obiettivamente così da maturare conoscenze nel complesso mondo del sapere scientifico e del problematico interrogarsi sui temi della bioetica. Certo, la comunicazione sui temi delle biotecnologie e della bioetica, così del biodiritto, intesa come integrazione interdisciplinare della dimensione scientifica e della dimensione antropologico-valoriale, può pagare lo scotto di una maggiore complessità semantica e argomentativa…

Il tema vuole rappresentare un’occasione di confronto e di dialogo costruttivo non escludente, che inerisce il fondamento dell’integrazione tra saperi: prioritariamente tra scientifico-biomedico e antropologico-valoriale. Detto in altri termini l’obiettivo è coniugare in maniera virtuosa sapere descrittivo-quantitativo (scienze biomediche) e sapere valutativo-normativo (etica), con riferimento fondativo all’uomo nella sua intangibile unitridimensionalità (corpo, psiche, spirito) e intrinseca dignità”. Ed il direttore dell’Agenzia giornalistica Sir, Paolo Bustaffa’, ha ribadito il ruolo dei mass media nella comunicazione della vita: “Per dare una notizia sulla vita occorre mettersi accanto alle persone, ascoltare le loro parole e i loro silenzi. Soprattutto nelle stagioni più fragili e indifese. E’ necessario amare la fatica del pensare, che ogni incontro tra volti esige. Solo così si può giungere a un’informazione che al rispetto delle regole del mestiere unisce il frutto di una coscienza libera dalla presunzione o dall’ignoranza.

I maestri del giornalismo, credenti e non credenti, hanno sempre posto l’umiltà e l’inquietudine quali irrinunciabili atteggiamenti professionali nel trattare i fatti e i temi della vita. Un percorso oggi messo alla prova, oltre che da un pensiero debole, dalla crescente velocità dell’informazione che nel sottrarre tempo alla riflessione accresce il rischio dell’impoverimento dei contenuti. La vita è colma di contenuti e sulla frontiera tra la rapidità e la qualità dell’informazione si vede la differenza tra il giornalista e il fabbricante di notizie… Oggi c’è un grande interesse per le notizie scientifiche, lo confermano perfino le edicole e la rete. Occorre analizzare le motivazioni della crescente domanda di questa informazione che viene in particolare dai giovani. Il fenomeno è indubbiamente positivo…

Le nuove tecnologie lasciamo intravvedere un loro inquietante disegno di ‘uomo nuovo’ mentre le neuroscienze descrivono il meccanismo molecolare del pensiero. Che ne sarà della vita dell’uomo? Bisogna vigilare ma senza alcun timore della scienza anche quando intende sfidare la vita, anche quando tenta di provare che la ragione e la fede non possono camminare insieme”.

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