La sfiducia dei cattolici nella politica
Si terrà a Roma da giovedì 3 a domenica 6 maggio il 24° Congresso nazionale delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, con il titolo: ‘Rigenerare comunità per ricostruire il Paese. Acli Artefici di democrazia partecipativa e buona economia’. L’appuntamento rappresenta il momento centrale nella vita democratica di una delle più grandi organizzazioni italiane del sociale, con quasi un milione di iscritti e 7500 strutture territoriali. Nel corso dei lavori l’assemblea congressuale, composta da 670 delegati, rinnova gli organi dell’associazione ed elegge direttamente il presidente nazionale delle Acli. Il congresso si apre con la relazione introduttiva del presidente nazionale Andrea Olivero e l’intervento del segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Mariano Crociata. E le Acli, attraverso la Fondazione ‘Achille Grandi’, hanno anche commissionato all’Istituto Ipsos un sondaggio sulla politica vista dai cattolici.
La ricerca Ipsos su cattolici e politica ha preso le mosse dai dati sulla pratica religiosa oggi in Italia che risulta in questi termini: il 12,8% sono ‘praticanti impegnati’, il 20% ‘scarsamente impegnati’, il 37,5% ‘praticanti saltuari’, l’11,6% ‘non praticanti’, il 15,6% ‘non credenti’ e il 2,5% di altre religioni. Su questa base la ricerca ha scandagliato il parere degli italiani circa le indicazioni della Chiesa sui temi etici e morali, “chiedendo anche comportamenti coerenti ai politici cattolici”. Il parere su questo punto è che il 21% reputa giuste le richieste della Chiesa, il 32% ritiene che sia “giusto ma opinioni diverse vanno rappresentate” e ben il 43% ritiene che sia “sbagliato perché la Chiesa si trasforma in una specie di organizzazione politica”. Allo stesso modo, gli interpellati da Ipsos ritengono per il 47% che “la politica deve essere laica e saper trovare una sintesi tra i valori cattolici e le diverse culture”, mentre il 16% reputa “necessario affermare con più forza i valori cattolici nella politica italiana”.
Molto marcato anche il parere su un ‘partito dei cattolici’: ben il 62% degli interpellati ritiene che “un’organizzazione dei cattolici è sbagliata, non bisogna confondere religione e politica” e solo il 9% vuole una forza che li rappresenti. Dalla ricerca tra i cattolici risulta alto l’orientamento verso l’astensione, che raggiunge il 49% tra i cattolici più impegnati, a fronte del 37% dei non credenti. Crolla la fiducia nei partiti politici, che dal 2008 ad oggi passa dal 30% al 14%. Viene meno la fiducia nelle istituzioni di Camera e Senato (rispettivamente 22% e 25% contro il 49% e il 51% del 2008). Quanto all’impegno diretto dei cattolici in politica, i credenti impegnati nelle associazioni, nel volontariato e nei movimenti ecclesiali si dividono tra chi sostiene la necessità di una nuova forza politica che li rappresenti (26%), chi pensa che una forza politica organizzata non serve, ma è importante che i cattolici si organizzino in un movimento per far sentire meglio la propria voce (32%); chi ritiene che un’organizzazione dei cattolici è comunque sbagliata, perché ‘non bisogna confondere religione e politica’ (39%).
In generale gli italiani pensano che la politica debba esprimere una sintesi dei valori cattolici e laici o che la presenza della Chiesa nella politica italiana sia eccessiva. Tuttavia circa un quinto pensa che i valori cattolici debbano essere affermati con più forza. Questa posizione si rafforza naturalmente nei cattolici praticanti, ma sia tra gli impegnati che tra i praticanti scarsamente impegnati la posizione prevalente, sia pur non maggioritaria, è quella della sintesi dei valori. Ciò che emerge è una volontà di nuovo impegno dei cattolici che porti ad una valorizzazione delle istanze del loro mondo. Si sente la necessità di creare un movimento che possa unificare le diverse visioni pur presenti all’interno del laicato cattolico. Questa opzione non necessariamente deve dar vita ad una formazione politica che riunisca tutti i cattolici. Infatti, una forza organizzata dei cattolici è gradita solo all’11% degli italiani.
Il presidente nazionale delle ACLI, Andrea Olivero, ha commentato così l’indagine: “La crescita spaventosa della sfiducia tra i cattolici nei confronti della politica e delle istituzioni deve farci molto riflettere. E’ il fallimento evidente di un modello politico e il risultato di una legge elettorale che disincentiva la partecipazione degli elettori. La sfiducia generalizzata allontana i cattolici da tutte le forze politiche, ma anche dallo spirito di partecipazione alla democrazia. E’ una sfida che interpella non solo i partiti ma anche le organizzazioni sociali, in particolare quelle di ispirazione cristiana come le Acli. I credenti mostrano interesse per un movimento sociale organizzato dei cattolici, ma non chiedono un partito cattolico. Non gli interessa un impegno di parte, magari a difesa della cittadella fortificata dei valori, ma un impegno concreto a servizio del bene comune”.