L’Angelus del papa. Il ricordo di Paolo VI e le speranze per le Olimpiadi
Il ricosconoscimento del merito “sovrumano” di papa Paolo VI nel condurre a termine il Concilio, ma anche il pensiero alle Olimpiadi di Pechino. Benedetto XVI recita l’Angelus dalla piazza di Bressanone, dove sta trascorrendo le vacanze. Ad ascoltarlo migliaia di persone, che lo hanno accolto con grande entusiasmo. Sentimenti che il papa ricambia improvvisando parte del suo discorso e parlando in tedesco, per la maggioranza linguistica della zona.
L’ANGELUS. Nella sua riflessione, la commemorazione di papa Montini, a 30 anni dalla morte, avvenuta il 6 agosto del 1978. Benedetto XVI evidenzia la centralità di Cristo nel magistero del predecessore e il suo ruolo nel guidare la Chiesa del concilio, in un momento in cui l’evento ecclesiale “rischiava di non prendere forma”. A distanza di tanti anni, spiega il pontefice, “appare sempre più grande, quasi sovrumano, il merito di Paolo VI nel presiedere l’Assise conciliare, nel condurla felicemente a termine e nel governare la movimentata fase del post-Concilio”. Il tutto, valorizzando “le sue spiccate doti di intelligenza e il suo amore appassionato alla Chiesa ed all’uomo”.
Dopo la recita dell’Angelus, Benedetto XVI ha salutato la Cina, alla vigilia delle Olimpiadi di Pechino. “Seguo con profonda simpatia questo grande incontro sportivo – ha detto – ed auspico vivamente che esso offra alla comunità internazionale un valido esempio di convivenza tra persone delle più diverse provenienze, nel rispetto della comune dignità. Possa ancora una volta lo sport essere pegno di fraternità e di pace tra i popoli”.
IL SALUTO IN TEDESCO. Prima della preghiera e della riflessione, il pontefice ha parlato a braccio in tedesco, ringraziando tutti per l’accoglienza. “Ho la gioia quest’oggi di incontrarvi, – ha detto – per il tradizionale appuntamento della preghiera mariana dell’Angelus, qui a Bressanone. Grazie per la vostra presenza. Desidero in primo luogo salutare il caro Mons. Egger, Vescovo di questa Diocesi di Bolzano-Bressanone. Lo ringrazio cordialmente per la squisita ospitalità, ed estendo l’espressione della mia riconoscenza alle Autorità, alle Forze dell’ordine e a quanti in vario modo sono impegnati per assicurarmi un soggiorno sicuro e sereno in questa citta’ e in questa terra, a cui sono particolarmente legato e affezionato”.
E ancora: “Vorrei che il mio saluto giungesse proprio a tutti -ha proseguito- ad ogni famiglia, con una benedizione speciale per i bambini, per i malati, per quanti versano in situazioni difficili. Ricordo ognuno di voi nella quotidiana Celebrazione eucaristica, e so che anche voi mi accompagnate con la vostra preghiera. Di tutto, grazie di cuore”. Il papa ha ricordato poi che la luce, l’amore, l’amicizia “non si possono comprare, ma possiamo solo averle in dono”. Prendendo spunto dalle letture, ha esortato i presenti a essere pronti a ricevere questi doni “che nessuna dittatura ci può togliere”, e a “ricambiarli” e a “condividerli con gli altri”.