La parola del giorno per oggi è l’indifferenza, il voltare la faccia dall’altra parte

Da alcuni giorni sono stato informato del calvario di un sacerdote straordinario, che prima di tutto dal 1997 è anche un carissimo amico, da 23 anni. Da sempre un vero “prete di strada”, che per suo peregrinare permanente trova la forza nell’ardente preghiera e soprattutto nel dialogo costante con Gesù. Un uomo che ha dedicato la sua vita al servizio del Signore e i più bisognosi nel anima. Un vero sacerdote con “l’odore delle pecore”, che compie il suo ministero nella Chiesa “ospedale dell’anima”; che non cerca la propria gloria e il proprio rendiconto; che opera sempre per la massimo gloria del Signore e per amore di sua Madre; che da sempre è in giro per l’Italia e per il mondo, senza mai contare fatiche e avversità, per far conoscere la Buona Novella a tutti coloro che cercano Dio e hanno bisogno del Suo amore.
Si dimostra essere un alter Christus, ipse Christus con la sua vita e con le sue opere, prestando suo cuore e sue mani a Cristo, per rendere visibile la Sua misericordia.”Signore Gesù, dammi la forza di portare la tua Parola e il tuo Amore”, è la sua supplica ricorrente. Prega, celebra, predica e trascorre molte ore nel confessionale. Non teme false accuse e calunnie, ingiustizie, umiliazioni, perché questo è il sacrificio più prezioso, che può offrire al Signore, per tutte le persone che gli sono vicini. Il Signore Gesù gli accompagna da sempre, soffre in lui sempre e con lui non verrà sconfitto.
Nel contempo, Valentina Villano stava riflettendo su una cosa che aveva letto e ha fatto la sua conclusione su cosa sia l’indifferenza: “È voltare la faccia dall’altra parte e non guardare, perché il solo guardare porterebbe a fare la Scelta”.
Ecco, nella mia vita ho provato a non essere indifferente mai. Durante il mio cammino ho fatto di volta in volta la Scelta, giorno dopo giorno, per poter trovare serenità e tranquillità nella mia anima, guardandomi nello specchio con gli occhi di Gesù.
Perciò, osservando le persecuzioni, le ingiustizie, le calunnie e le violazioni della misericordia con cui si colpiscono un sacerdote, non posso voltare la faccia e restare indifferente. Silere non possum… e certamente non nel caso di un carissimo amico fraterno, che in questi giorni sta salendo in silenzio il suo calvario.
Mi pare significativo che Diodato ha vinto Sanremo2020 con “Fai Rumore”…
Intanto, questo è il momento della preghiera, quindi preghiamo per mio amico, e – quando arriverà il momento – non volterò la faccia d’altra parte, non sarò indifferente mentre si tenta di condurre al patibolo un “prete di strada con l’odore delle pecore nell’ospedale dell’anima”. Ho fatto la Scelta con chi stare…
In attesa, quindi, riflettiamo insieme sul sostantivo femminile “indifferenza”, dal latino “indifferentia”, derivato di “indifferens” (indifferente):
1. Atteggiamento di equilibrata rinuncia di fronte a due o più possibilità di scelta, specialmente nel linguaggio filosofico o teologico.
1.a. In filosofia, stato tranquillo dell’animo che, di fronte a un oggetto, non prova per esso desiderio né repulsione; o che, di fronte all’esigenza di una decisione volontaria, non propende più per l’uno che per l’altro termine di un’alternativa.
1.b. Nell’ascetica, stato (necessario al conseguimento della vita perfetta) in cui si rinuncia a ogni scelta finché non si conosca la volontà di Dio per uniformarsi completamente ad essa.
2. In economia: curve (o linee) d’indifferenza, che rappresentano graficamente le scelte possibili fra azioni economiche capaci di recare al soggetto soddisfazione equivalente, e quindi perfettamente sostituibili l’una all’altra; legge d’indifferenza (o di unicità) del prezzo, enunciato secondo il quale, in un mercato in cui vigano condizioni di libera concorrenza assoluta, in un dato momento c’è un solo prezzo per ciascuna unità di un prodotto considerato.
3. Nell’uso comune, spesso con tono di biasimo, condizione e comportamento di chi, in determinata circostanza, per abitudine o per volontà spesso ostentata, non mostra interessamento, simpatia, partecipazione affettiva, turbamento e simile, anche con le preposizioni “verso” o “a” (insofferenza alle (o verso le) sofferenze del prossimo). L’apposto di mostrare interesse verso i dolori e le necessità della povera gente.
Sinonimi: apatia, disinteresse, distacco, freddezza, impassibilità, imperturbabilità, insensibilità, noncuranza; accrescitivo: gelo; diminutivo: tiepidezza.
“Ascoltava con la massima indifferenza i suoi rimproveri”; “Il cielo ostentava una sua già meridionale indifferenza all’autunno” (Calvino).
Contrari: attenzione, coinvolgimento, interesse, partecipazione, sensibilità; accrescitivi: commozione, entusiasmo, passione, turbamento; diminutivo: curiosità.
“Lo guardò con interesse, con ostentata interesse, con fredda, cinica interesse”; “Ascoltava con la massima interesse i suoi rimproveri”.
Quindi, l’indifferenza è proprio, come l’ha definito Valentina Villano, il voltare la faccia dall’altra parte e non guardare, perché il solo guardare porterebbe a fare la Scelta”.
Un amico, parlando del tema che abbiamo trattato, mi ha detto di aver “sempre invidiato le persone che riescono ad essere indifferenti, perché ci vuole proprio ‘coraggio’ a girarsi dall’altra parte, quando si ha una coscienza che ci indica di fare proprio il contrario”.
Infatti, scegliere significa avere coraggio – che possiamo definire il coraggio degli eroi -, il coraggio delle scelte, il coraggio di seguire quello che siamo. Ogni scelta ha sempre un prezzo alto da pagare, ma essere quello siamo e dimostrarlo al mondo, non prezzo se necessario anche facendo rumore.
A questo proposito vanno ricordate le parole di Santa Caterina da Siena, parole che anche San Giovanni Paolo II usò per chiudere la Giornata Mondiale della Gioventù del 2000, nell’Anno del Grande Giubileo, a Roma: “Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo”.
Di sicuro Caterina Benincasa non era una ragazza indifferente.