Haiku 142
Sole d’aprile.
Si scaldano i binari
e mani in tasca. (rl)
Una stazione di provincia, dove i treni portano via la giovinezza di borghi e paesotti sul mare. Il sole timido di aprile e gli interminabili binari che collegano le speranze al luogo che le ha nutrite. Un ragazzo aspetta il treno che lo porterà lontano dagli affetti e dal calore di casa. Guarda il metallo infuocarsi, assorbire i raggi di primavera e attende. Non è ancora partito e già avverte il fastidio di un approdo estraneo, insieme alla sofferenza sorda per il distacco.
Non vuole pensare alla tavolata lasciata alle spalle, ai motteggi in dialetto, ai profumi della festa fatti di dolcezza e spezie, agli occhi lucidi degli anziani. Le mani in tasca, si irrigidisce in una posa di difesa. La maturità è dolorosa, come l’abbandono di ciò che è caro. Eppure crescere è sempre un partire, alla ricerca del futuro e del proprio destino. Per poi tornare con un cuore più grato. (cc)