Il Papa: Gesù è qualcuno di cui ci possiamo fidare in modo assoluto

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Cristo è la speranza di chi lo ha incontrato. Come Maria di Magdala, un “incontro che cambia la vita”. Benedetto XVI ha celebrato la Messa del Giorno in una Piazza San Pietro affollatissima. Più di cento mila i fedeli di ogni parte del mondo. La piazza era addobbata come sempre dai fiori sgargianti dei vivaisti olandesi che quest’anno hanno impiegato 42 mila piante. 25 specialisti hanno distribuito per il 27 eseimo anno consecutivo lilium, rose e rami di ciliegio sul “ventaglio” , la scala che sale dalla piazza al sagrato. Sulla loggia 1000 orchidee bianche sono state la cornice del messaggio Urbi et Orbi del Papa. Nella sua riflessione prima degli auguri in 65 lingue, il Papa ha commentato la Sequenza di Pasqua, Victime Paschali laudes, con gli occhi della Maddalena: “l’incontro con un Uomo unico, che ci fa sperimentare tutta la bontà e la verità di Dio, che ci libera dal male non in modo superficiale, momentaneo, ma ce ne libera radicalmente, ci guarisce del tutto e ci restituisce la nostra dignità.” Maria di Magdala spera che la vita “sia buona e sia piena, eterna, perché è Dio stesso che si è fatto vicino fino ad entrare nella nostra umanità.”

Ma c’è il buio del rifiuto, della cattura, della morte. “Dev’essere stato insopportabile- dice il Papa- vedere la Bontà in persona sottoposta alla cattiveria umana, la Verità derisa dalla menzogna, la Misericordia ingiuriata dalla vendetta.” La speranza sembra fallire, ma c’è chi spera, ancora: “la fiammella è rimasta accesa in modo vivo anche nel buio della notte.”La speranza, in questo mondo, non può non fare i conti con la durezza del male. Non è soltanto il muro della morte a ostacolarla, ma più ancora sono le punte acuminate dell’invidia e dell’orgoglio, della menzogna e della violenza. Gesù è passato attraverso questo intreccio mortale, per aprirci il passaggio verso il Regno della vita. C’è stato un momento in cui Gesù appariva sconfitto: le tenebre avevano invaso la terra, il silenzio di Dio era totale, la speranza una parola che sembrava ormai vana.” Ma poi arriva l’alba del giorno dopo il sabato “i segni della risurrezione attestano la vittoria della vita sulla morte, dell’amore sull’odio, della misericordia sulla vendetta”.

La speranza diventa certezza e fede: “ Se Gesù è risorto, allora – e solo allora – è avvenuto qualcosa di veramente nuovo, che cambia la condizione dell’uomo e del mondo. Allora Lui, Gesù, è qualcuno di cui ci possiamo fidare in modo assoluto, e non soltanto confidare nel suo messaggio, ma proprio in Lui, perché il Risorto non appartiene al passato, ma è presente oggi, vivo.” Il Papa ha poi ricordato quanti cristiani ancora oggi soffrono, come Cristo, per le persecuzioni, per la “derisione della Verità”, per le “punte acuminate della violenza”. In Medio Oriente, “in Siria, in particolare, cessi lo spargimento di sangue e si intraprenda senza indugio la via del rispetto, del dialogo e della riconciliazione”. Per la Terra Santa perché “Israeliani e Palestinesi riprendano con coraggio il processo di pace.”

E poi in Africa, per dare ai cristiani “speranza per affrontare le difficoltà” ed essere operatori di pace e “artefici dello sviluppo delle società a cui appartengono.” E pensa il Papa al Corno d’Africa alla Regione dei Grandi Laghi, a l Sudan ed al Sud Sudan, perchè Dio doni “ai rispettivi abitanti la forza del perdono.” E poi il Mali, “che attraversa un delicato momento politico, e la Nigeria, “che in questi ultimi tempi è stata teatro di sanguinosi attacchi terroristici, la gioia pasquale infonda le energie necessarie per riprendere a costruire una società pacifica e rispettosa della libertà religiosa dei suoi cittadini.”

La celebrazione, si era aperta con il rito del “Resurrexit”, l’apertura dell’Icona del Risorto.

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