Il Papa: la comunità dei fedeli nella Chiesa è come l’operare delle api
Una nuova Creazione, una nuova luce. Benedetto XVI celebra la Veglia del Sabato Santo nella Basilica Vaticana e centra la sua omelia sulla nuova dimensione che la Resurrezione apre per l’umanità. Una dimensione che cambia il tempo e rinnova la luce. “ Il buio su Dio e sui valori- dice- sono la vera minaccia per la nostra esistenza e per il mondo in generale.” La ricca liturgia della Madre di tutte le veglie mette al centro alcuni elementi simbolo come l’acqua, il fuoco “potere che trasforma” e la luce appunto. Il Papa spiega che la lettura della creazione del mondo, che inizia con il fiat lux, serve proprio ad introdurre alla vastità della nuova creazione, alla nascita della nuova luce che non è un astro, non una divinità come credevano le antiche religioni. Il racconto della creazione ci spiega che “la luce rende possibile la vita. Rende possibile l’incontro. Rende possibile la comunicazione. Rende possibile la conoscenza, l’accesso alla realtà, alla verità. E rendendo possibile la conoscenza, rende possibile la libertà e il progresso. Il male si nasconde.” Il male quindi esiste in virtù della negazione, è il no. E’ la notte del Monte degli Ulivi, è l’eclissi solare della Passione e morte di Gesù, dice il Papa.
Ma l’amore è più forte dell’ odio e la mattina di Pasqua “Dio ha detto nuovamente: Sia la luce!” La luce del battesimo, chiamato photismos, illuminazione nella Chiesa antica. Il buio minaccia l’uomo “capace di vedere ed indagare le cose tangibili, materiali” ma non di vedere “dove vada il mondo e da dove venga. Dove vada la stessa nostra vita.” E’ questo buio su Dio e sui valori che minaccia l’uomo. “Se Dio e i valori- dice il Papa- la differenza tra il bene e il male restano nel buio, allora tutte le altre illuminazioni, che ci danno un potere così incredibile, non sono solo progressi, ma al contempo sono anche minacce che mettono in pericolo noi e il mondo.” Come nelle nostre città, tanto illuminate da oscurare le stelle. “Non è questa forse un’immagine della problematica del nostro essere illuminati? Nelle cose materiali sappiamo e possiamo incredibilmente tanto, ma ciò che va al di là di questo, Dio e il bene, non lo riusciamo più ad individuare.” Benedetto XVI propone allora l’esempio per ogni cristiano nel cero pasquale. Cera che da luce sacrificando se stessa, consumandosi, fuoco simbolo di Cristo “che brucia il male trasformando il mondo e noi stessi” , e il lavoro delle api, come ricorda l’ Exsultet.
Un richiamo alla realtà della Chiesa.” La cooperazione- dice il Papa- della comunità viva dei fedeli nella Chiesa è quasi come l’operare delle api. Costruisce la comunità della luce.” Benedetto XVI propone quasi un esame di coscienza: “un richiamo a noi stessi e alla nostra comunione nella comunità della Chiesa, che esiste affinché la luce di Cristo possa illuminare il mondo.” Una realtà nella quale siamo coinvolti come battezzati, il cui splendore dipende da noi, perché la Chiesa siamo tutti noi, e richiamando la Lumen Gentium conclude pregando che “noi stessi diventiamo portatori della sua luce, affinché attraverso la Chiesa lo splendore del volto di Cristo entri nel mondo.”
La basilica è stata impreziosita dai fiori offerti dal Consorzio Campano del Florovivaismo, tutti esclusivamente di origine campana, prodotti dai circa 1.000 soci delle sette Cooperative floricole dell’area compresa tra la fascia Costiera Vesuviana, l’area Pompeiano – Stabiese e l’agro Nocerino – Sarnese, fino agli inizi della Piana del Sele. Ad essere battezzati e cresimati dal Papa otto neofiti adulti provenienti da: Italia, Albania, Slovacchia, Germania, Turkmenistan, Camerun e Stati Uniti d’America.
Al termine della celebrazione si è cantata l’ antifona mariana Regina Coeli che per il periodo di Pasqua sostituisce la preghiera dell’ Angelus.