Siria: il Papa aiuta i profughi
Le offerte raccolte durante la messa vespertina del Giovedì santo, che sarà celebrata in San Giovanni da papa Benedetto XVI, saranno devolute per l’assistenza umanitaria ai profughi siriani attraverso il Pontificio Consiglio Cor Unum e la Caritas Siria. Infatti, il Papa ha deciso di devolvere 100.000 dollari a favore della popolazione siriana: “Ora il Papa ha deciso di devolvere, tramite il Pontificio Consiglio ‘Cor Unum’, 100.000 dollari per l’azione caritativa della Chiesa locale in Siria in favore della popolazione provata”. La Chiesa cattolica in Siria è attualmente impegnata attraverso i suoi organismi di carità in progetti di assistenza alla popolazione siriana, in particolare nell’area di Homs e Aleppo.
Positivo è stato il commento di mons. Samir Nassar, arcivescovo maronita di Damasco: “E’ un gesto molto generoso da parte del Santo Padre nei confronti della immane sofferenza del nostro popolo, che vive anche le conseguenze dell’embargo. Un gesto di vicinanza e solidarietà che ha un forte significato per noi, in questo tempo quaresimale e di grande sofferenza: ci fa sentire la Chiesa universale vicina ai suoi fedeli in difficoltà. Teniamo ben presenti e auspichiamo si realizzino i messaggi inviati da Benedetto XVI per il cessate il fuoco, la pace, il dialogo, la libertà in Siria”. Intervistato da AsiaNews, anche padre Simone Faddoul, presidente di Caritas Libano, ha sottolineato che l’iniziativa di Cor Unum “mostra la vicinanza della Chiesa a tutta la popolazione di Siria. La quantità di denaro che sarà raccolta non è importante. Tale iniziativa è soprattutto un sostegno spirituale per i volontari cattolici, che in questo modo sono spinti a donare tutto per queste persone”.
Intanto sono oltre 20.000 i rifugiati siriani in Libano ed è già in corso una ‘emergenza umanitaria’, secondo la Caritas libanese, impegnata nell‘assistenza nel Nord del Paese: “Le cifre ufficiali dell‘Alto Commissariato Onu per i rifugiati parlano di 8-9000 sfollati siriani, registrati ufficialmente. Ma solo una minima parte dei profughi si registra, perché i profughi sono terrorizzati, temono per la loro vita e per la vita dei loro familiari che sono ancora in Siria. Secondo nostre stime, ve ne sono già oltre 20.000, e il flusso continua.
I rifugiati sono cristiani e musulmani. I nostri volontari notano che hanno paura di ritorsioni, alcuni da parte delle forze del regime, altri da parte dell’opposizione. Non vogliono essere fotografati e non vogliono dare i loro nomi. La situazione si è aggravata negli ultimi due mesi. Ogni giorno arrivano nuovi profughi. L‘emergenza umanitaria già c‘è, ma riusciamo a contenerla. Se l‘esodo continua, però, la situazione potrebbe diventare insostenibile”. La Caritas Libano in alcune aree nel Nordest del Paese è l‘unica organizzazione presente. Dallo scorso anno la Caritas si prende cura di circa 3-400 famiglie di profughi siriani (circa 2.000 persone) e, negli ultimi due mesi, garantisce assistenza ad altre 300 famiglie (altri 2.000 sfollati). E dalla comunità dei gesuiti di Horms, la terza città della Siria, dove i bombardamenti sono cessati solo il 27 marzo per la visita del presidente Bashar al-Assad, arrivano resoconti allarmanti:
“Le famiglie cristiane e mussulmane sono spaventate e restano al chiuso, mentre noi cerchiamo di uscire, soprattutto per procurare cibo, ma è molto rischioso Molti se ne sono andati e le strade intorno a noi sono sempre più deserte… Tutti soffrono per questi bombardamenti. Non sarebbe corretto parlare solo della situazione in cui versano i cristiani… La ricostruzione materiale e spirituale è il nostro impegno, consolare le persone e incoraggiarle a ricominciare, dimostrando che si resta accanto a loro”. Ed anche Caritas italiana si è unita all’appello del Papa e di tutte quelle istanze internazionali che hanno invocato la fine della guerra civile in Siria: “Questi appelli, finora caduti nel vuoto, dimostrano purtroppo ancora una volta l’incapacità e l’impotenza della comunità internazionale”.
La Caritas italiana ha ricordato che in Siria vivono circa 1.500.000 di cristiani, il 10 % della popolazione, che ora sono costretti sempre più ad emigrare a causa del violento conflitto in atto. Caritas Siria sta facendo il possibile in favore di molte famiglie, distribuendo aiuti in particolare a 500 famiglie ad Homs e 125 ad Aleppo. Per questi primi interventi Caritas italiana ha messo a disposizione un contributo di 30.000 euro. Anche le altre Caritas della regione fanno fronte al continuo afflusso di profughi: oltre 5.000 sono arrivati in Giordania, 7.000 in Libano e 14.000 in Turchia. Il problema va inquadrato nella situazione generale del Medio Oriente, con la presenza di centinaia di migliaia di profughi iracheni accolti da anni in Siria e in Giordania a seguito della guerra in Iraq.
Negli ultimi mesi circa 15.000 siriani sono fuggiti in Giordania e 5.000 in Libano, insieme a molti iracheni, costretti così a fuggire una seconda volta. Senza dimenticare gli almeno 4.000.000 di palestinesi nei vari Paesi dell’area e i gruppi di africani ostaggio dei trafficanti nel Sinai. Le Caritas del Medio Oriente sono chiamate a rispondere a una continua, crescente e urgente domanda di aiuti. Per sostenere gli interventi in corso si possono inviare offerte a Caritas italiana specificando nella causale: ‘Medio Oriente/emergenza profughi’. Info: www.caritasitaliana.it.