Mexico: centro della luna

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“Messico”, è quasi certo che questo nome deriva dalla parola náhuatl “Mexihco” [metztli (luna), xictli (centro) e -co (in, il posto)], ma è molto discusso il suo vero significato. Tra le diverse ipotesi la più comune vorrebbe che la parola significhi: “Centro della Luna” o “Nel centro del lago della luna”, uno dei nomi dato dagli autoctoni al Lago Texcoco. L’odierno territorio messicano è abitato da oltre 30mila anni e in questo ampio arco di tempo si sono succedeti numerose e diverse civiltà alcune delle quali molto progredite: Olmechi, Teotihuacán, Zapotechi, Maya, Aztechi. Venticinque anni dopo l’arrivo di Colombo, Francisco Hernández de Córdoba raggiunse la costa della dello Yucatán provenienti da Cuba (1517). Seguirono altre due espedizioni: quella di Juan de Grijalva (1518) e poi la più famosa, guidata da Hernán Cortés (1519). Il primo incontro tra gli spagnoli e gli indios fu pacifico ma presto diventò violento, e a volte, feroce. Gli ultimi capi dell’Impero Azteca, Cuitláhuac e Cuauhtémoc, morirono in cattività: il primo di vaiolo e il secondo giustiziato. Dopo la caduta della grande città di Tenochtitlan, espugnata dagli spagnoli con ogni mezzo, presto l’intero territorio passò sotto il dominio dei “conquistadores”. Hernán Cortés gettò le basi di un vasto dominio territoriale (“Nueva España”) che si estendeva dall’odierno Guatemala fino a gran parte del sud degli Stati Uniti d’America. Tra i primi missionari che arrivarono nel Paese il famoso Bartolomé de las Casas.

Il dominio spagnolo si estenderà per tre secoli, fino al 1821. All’inizio del 1800 mentre cresceva nel Paese il sentimento indipendentista scoppiarono, come nel resto dell’America Latina, numerose ribellioni contro la Spagna. Il sacerdote Miguel Hidalgo y Costilla dalla città di Dolores Hidalgo, nello Stato di Guanajuato, guidò un esercito di indigeni contro la dominazione spagnola. Oltre alla conquista di numerosi centri abitati, la lotta di padre Hidalgo portó al primo Atto di indipendenza (Atto Solenne della Dichiarazione di Indipendenza del Nord America) firmato il 6 novembre 1813, ufficializzato il 27 settembre 1821. Il 4 ottobre 1824 nasce la Repubblica e dovrà affrontare quasi subito due grossi problemi: iI coloni americani del Texas proclamano nel marzo 1836 la “Repubblica del Texas” mentre il Guatemala e la cosiddetta Repubblica dello Yucatán dichiarano la secessione. Nel 1862, una spedizione di Napoleone III, stabilisce l’Impero Messicano, guidato dall’arciduca Massimiliano d’Asburgo che fu poi fucilato per ordine del Presidente repubblicano Benito Juarez (19 giugno 1867). Intanto il Texas veniva annesso agli Stati Uniti. Nel 1846 il Messico rivendicò il territorio compreso tra il Rio Grande e il Rio Nueces e ciò portò alla la guerra tra il Messico e gli Stati Uniti (1846 – 1848) nel corso della quale Città del Messico venne occupata.

La guerra si concluse con la firma del Trattato di Guadalupe Hidalgo e il Messico fu costretto a cedere oltre il 40% del suo territorio (California, Nuovo Messico, Arizona, Nevada, Utah, la maggior parte del Colorado e del Wyoming). Successivamente una nuova Costituzione disciplinò la struttura istituzionale del Paese dal 1857 al 1917. L’eroe della guerra con i francesi di Napoleone III, Porfirio Díaz divenne Presidente del Paese nel 1876, e governò fino al 1911. Porfirio Díaz, si fece rieleggere nel 1910. Il suo avversario, Francisco Madero, denunciò brogli e gli scontri conseguenti portarono alla guerra civile messicana, detta anche “Rivoluzione messicana”. Prima che Díaz fosse costretto all’esilio in Francia (1911) dovette però affrontare importanti ribellioni popolari tra cui quella di Francisco Villa a nord e l’altra di Emiliano Zapata principalmente nello Stato di Morelos. Il nuovo Presidente, Francisco Madero, venne assassinato da Victoriano Huerta. Zapata venne assassinato nel 1919, Carranza nel 1920 e Francisco Villa nel 1923. La “Rivoluzione” finì nel 1917, data della nuova Costituzione del Messico, ma le violenze si protrassero oltre l’assassinio di Álvaro Obregón (Presidente dal 1920 al 1924) nel 1928, proprio mentre celebrava la sua seconda vittoria elettorale nella capitale. Eè di questi anni la ribellione dei “cristeros” e “Los Arreglos”. Le misure anticlericali adottate dal governo di Plutarco Elías Calles, per attuare, a suo dire, a pieno il dettato costituzionale del 1917, nel 1926 scattenarono “la rivolta dei cristeros” (1926 – 1929).

Una parte importante dei cattolici diede vita alla “Lega Nazionale per la Libertà Religiosa” sostenuta anche da ampi settori dell’Azione Cattolica. In questo clima alcuni gruppi cattolici, detti “cristeros”, scelsero la via violenta appellandosi al motto “Viva Cristo Re”, con lo scopo di ottenere una riforma costituzionale a garanzia della libertà religiosa. Il 21 giugno 1929 le parti, Chiesa e Governo, trovarono un accordo (“Arreglos”) che prevedeva il rispetto, almeno formale, della libertà religiosa, ma settori dei “cristeros” non condivisero l’accordo e continuarono la loro lotta per oltre un decennio. La delicata questione, in particolare l’uso delle armi da parte di un cristiano “per difendere i diritti di Dio e della fede”, arrivò ovviamente fino alla Santa Sede dove le analisi e raccomandazioni provocaron un dibattito fra grandi personaggi della Chiesa: Papa Pio XI, l’arcivescovo di Morelia Leopoldo Ruiz y Flores, il vescovo di Tabasco, Pascual Díaz y Barreto, il vescovo di Veracruz Rafael Guizar y Valencia (canonizzato nel 2006), i Segretari di Stato cardinale Pietro Gasparri e poi Eugenio Pacelli. La statua di Cristo Re del Cerro del Cubilete è uno dei simboli anche di quella ribellione. Quella originale del 1923 venne distrutta nel 1926 da un bombardamento ordinato dal presidente Calles all’inzio della ribellione dei Cristeros. A questo scorcio di storia messicana è stato recentemente dedicato un film “Cristiada” diretto da Dean Wright con un cast di stelle come Peter O’Toole, Andy Garcia, Eva Longoria, Catalina Sandino Moreno, Oscar Isaac. Il produttore messicano Pablo Jose Barroso ha impegnato 40 milioni di dollari rendendo il film “la più impegnativa nella storia del cinema messicano”.

Ma torniamo alla storia. Calles divenne Capo massimo della rivoluzione alla morte di Álvaro Obregón. Nel 1929 fondò il Partido Nacional Revolucionario e nominò Presidente della Repubblica Emilio Portes Gil per il periodo dal 1928 al 1930. Gli anni trenta furono segnati dalla presidenza di Lázaro Cárdenas del Río, dal 1934 al 1940, che desiderava fare del un paese socialista. Il Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI) prese il potere nel 1946 e governò il paese senza interruzione fino al 2000, quando ci fu la vittoria di Vicente Fox Quesada, candidato del Partito Azione Nazionale (PAN). Alla presidenza di Fox Quesada (2000 – 2006) seguì quella dell’attuale governante Felipe Calderon (2006 – 2012).

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