Hemingway: il Vecchio, il mare e la Virgen del Cobre

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Hemingway e Cuba: chi non conosce il rapporto profondo, quasi carnale, tra il grande scrittore americano e l’isola. Basta citare “IL vecchio e il mare” ed ecco balzare innanzi agli occhi l’immagine dei due pescatori, persi nell’orizzonte infinito e limpido del mare cubano e la lotta, a suo modo epica, tra loro e le forze della natura, per la sopravvivenza. Ripensare a Hemingway – e magari rileggerlo, visto che ultimamente abbiamo l’impressione che sia più citato che letto – viene facile, nel momento in cui seguiamo l’importante viaggio del Papa in Messico e a Cuba. E per un motivo anche meno evidente, ma che può regalare dello scrittore un’immagine inedita, o comunque poco divulgata, ossia quello di devoto della Madonna. Come e perché? La “Virgen del Cobre”, invocata dal Papa e a cui renderà omaggio nel suo viaggio in corso, e’ venerata dai cattolici come patrona di Cuba. La Basilica in cui si trova la Nuestra Senora del Cobra è meta di continui pellegrinaggi e visitando la “sala dei miracoli” , al pian terreno del centro visitatori, si possono vedere migliaia di ex voto qui lasciati per ringraziare e ricordare i miracoli compiuti dalla Vergine e per ringraziarLa: dai più canonici quadretti devozionali alle ciocche di capelli ad un televisore e persino ad una zattera.

Anche la madre di Castro portò alla Basilica del Cobre un’immagine in oro per ringraziare la Madonna mulatta d’aver protetto suo figlio. Ma qui c’è anche qualcosa che davvero non ti aspetteresti: la medaglia del premio Nobel vinto da Hemingway nel 1954 proprio grazie al romanzo “Il vecchio e il mare”. Ma nel 1986 qualcuno ruppe la vetrina dietro la quale si trovava e rubò la medaglia. Due giorni dopo il prezioso oggetto fu recuperato e da allora si trova custodito in un sotterraneo per proteggerlo da altre, eventuali mani rapaci. Hemingway nutriva una reale devozione per la Vergine della Carità? Comunque questo gesto precedette di qualche anno quello ben più tragico del 2 luglio 1963, quando con un colpo di fucile mise termine alla propria vita. A Cuba, però, visse probabilmente i suoi anni più sereni, dividendosi tra la villa di Finca Vigía e l’hotel Ambos Mundos, scrivndo i suoi capolavori e Il vecchio e il mare e Isole nella corrente, dove fa raccontare la bellezza di Cuba al suo alter ego Thomas Hudson.

Il viaggiatore che arriva a L’Avana non può perciò fare a meno di visitare, oltre alla residenza di Finca Vigía, anche quell’hotel, dal momento che lo scrittore vi conservò sempre una stanza, sempre la solita. La camera d’albergo serviva a smaltire le sbornie notturne, senza avere l’assillo di tornare a casa. Oggi quella camera non si può affittare, ma vi si può sostare per qualche minuto, per guardare la macchina da scrivere Royal e contemplare quello che dalla finestra di quella stanza anche lo scrittore vedeva: i tetti della vecchia Avana e uno squarcio di Plaza de Armas, dove aveva sede il Palazzo dei Capitani generali spagnoli ai tempi della colonia.

Hemingway abbandona la residenza di Finca Vigía nel luglio 1960. Poi torna negli Stati Uniti e poi, senza che nulla lo faccia presagire, quel colpo di fucile Lo scrittore – a nostra parere – è stato forse letto con troppo entusiasmo, confondendo spesso l’uomo, dalla vita eccezionale, con la sua produzione letteraria. Ma, come abbiamo già detto, ciò che ha scritto a Cuba possiede un incanto, e anche un fondo di disperazione, che le rendono autentiche, grandi e tra le migliori che abbia mai scritto, neppure negli anni folli e beati di Parigi o quando combatteva in Spagna, senza curarsi di come sarebbe andata a finire.

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