Haiku 137
Timidamente
certe parole dette
davanti all’alba.
Una lunga chiacchierata, di quelle che riempiono di parole tutta la notte. Racconti, opinioni, risate. Tra due che forse si sono trovati da qualche giorno, l’ansia vorace di conoscersi, dirsi. O due che potrebbero tracciare l’uno la mappa dell’altro, l’intimità percorsa e assaporata. In questo fluire del tempo notturno, improvviso, ovunque, il miracolo di un chiarore acerbo, un fuoco che emerge maestoso dal mare, dai campi, a spicchi d’arancio. E si diventa timidi.
Per qualche nascosto motivo, il torpore della vita intorno, la percezione di un Inizio sotto lo sguardo, mettono davanti all’ineffabilità del mistero. Anche il mistero che si è a se stessi. E restituiscono alla coscienza l’alleanza del silenzio, il peso di una parola. I due le consegnano piano al cielo rosato, con voce sommessa, roca. Se dalla bocca uscissero scritte, sarebbero lettere d’oro.