Conclusa la Visita Apostolica alla Chiesa d’ Irlanda: più attenzione alla vittime e alla formazione

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Conclusa la visita della Santa Sede alla Chiesa d’ Irlanda per lo scandalo degli abusi sessuali sui minori compiuti da religiosi. La relazione finale pubblica arriva a due mesa da un evento che dovrebbe contribuire ad una vera riconciliazione della Chiesa e ad una nuova partenza: il Congresso Eucaristico. Il “Summary” della visita riparte dai temi che Benedetto XVI aveva svolto nella lettera del 19 marzo del 2010 con la quale annunciava la Visita Apostolica. A partire dal senso di sgomento espresso da Papa Benedetto XVI nella Lettera ai Cattolici d’Irlanda e dalla vicinanza che egli ha più volte manifestato alle persone vittime di tali atti peccaminosi e criminali compiuti da sacerdoti o religiosi. Una visita pastorale che ha attestato la gravità delle mancanze che hanno dato luogo nel passato ad una non sufficiente comprensione e reazione, anche da parte dei Vescovi e Superiori religiosi, al terribile fenomeno dell’abuso sui minori. Ma è anche vero che a partire dagli anni ’90 si è arrivati ad una maggiore consapevolezza del problema e a profondi cambiamenti nel modo di affrontarlo.

La raccomandazione per i Vescovi è che la assistenza alle vittime sia sempre più attenta. Il testo ripete le line guida del documento “Safeguarding Children” del 2008. In pratica un capillare coinvolgimento dei fedeli e delle strutture ecclesiastiche nel lavoro di prevenzione e formazione; una stretta collaborazione con le autorità civili nella tempestiva segnalazione delle accuse; il costante rimando alla Congregazione per la Dottrina della Fede, per ciò che è di sua competenza. Norme che si sono rivelate uno strumento efficace per gestire le denunce di abuso e per accrescere la sensibilità dell’intera comunità cristiana in materia di tutela dei minori Il documento sarà aggiornato secondo le indicazioni pubblicate dalla Congregazione per la Dottrina della Fede il 3 maggio 2011, e periodicamente riviste. Apprezzamento anche per il lavoro del National Board for Safeguarding Children che va sostenuto e diffuso nelle diocesi e ci sarà anche una normativa da sviluppare A partire dal documento Interim guidance. Vescovi e Superiori religiosi, in collaborazione con il National Board, dovranno sviluppare una normativa per trattare i casi di sacerdoti o religiosi verso cui siano state avanzate accuse, ma nei confronti dei quali il Pubblico Ministero abbia deciso di non procedere.

E si dovranno stabilire norme per facilitare il ritorno nel ministero di sacerdoti falsamente accusati e per offrire l’adeguata attenzione pastorale ai sacerdoti o religiosi che siano stati ritenuti colpevoli di abusi su minori. Una parte del Summary riguarda le visite nei seminari. C’ è un evidente impegno dei formatori e dei seminaristi, e attenzione per la formazione intellettuale, umana e spirituale. Nei Seminari sono in vigore delle chiare norme di tutela dei minori, con un’ampia comprensione di tutto ciò che il tema implica nella vita della Chiesa. La raccomandazione è di rafforzare la responsabilità dei Vescovi nella gestione dei Seminari; di introdurre criteri di ammissione più coerenti, di assicurare che i seminaristi risiedano in edifici loro riservati; di includere anche nel percorso accademico una profonda formazione nelle materie di tutela dei minori. Agli Istituti religiosi è stato chiesto di predisporre un programma triennale di approfondimento del carisma fondativo e delle rispettive fonti, sviluppando mezzi adeguati per rivitalizzare le singole comunità negli aspetti della preghiera, vita in comune e missione apostolica.

E ai religiosi è chiesto di occuparsi della pastorale delle vittime. Ovviamente la comunità cattolica è stata ferita da questi gravissimi fatti , ma aè anche vero che nelle difficoltà è emersa la permanente vitalità della fede del popolo irlandese. Molti religiosi hanno avvertito da parte dei fedeli in un tempo di crisi, vicinanza umana e spirituale e la profonda fede di molti uomini e donne ha permesso un vasto coinvolgimento di sacerdoti religiosi e laici nel dare vita alle strutture di tutela dei minori. In questo contesto viene rivolto un appello alla comunione ecclesiale; comunione tra i Vescovi, tra di essi e il Successore di Pietro, tra Vescovi e sacerdoti, tra Pastori e laici, tra strutture diocesane e comunità di vita consacrata. Il documento si chiude con alcune indicazioni pastorali. Dalla formazione nei contenuti della fede, alla valorizzazione dell’impegno dei laici, al ruolo degli insegnanti di religione, e all’ apertura al contributo dei movimenti e associazioni, fino alla fedeltà agli insegnamenti del Magistero.

Poi un annucio: la Santa Sede e l’episcopato irlandese hanno già iniziato una riflessione comune circa l’attuale configurazione delle Diocesi, in vista di rendere le strutture diocesane meglio idonee a rispondere all’odierna missione della Chiesa in Irlanda.

 

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