Haiku 136

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Riposo e sento.
La primavera arriva
sul mio divano.

Un momento di quiete. Nuda. Di una quotidianità quasi banale: una figura si siede composta su un divano e lentamente vi si adagia. Gli si affida, cedendo al tessuto morbido la stanchezza dei muscoli, delle ossa, e i molti pensieri del giorno. E abbandonando i pensieri, gradualmente, si abbandona al sentire le cose. Sentire la vita. Non la vita pensata, ma quel che essa è, la vita che si è offerta ogni momento nelle persone, negli eventi, nelle stagioni passate. E che si offre ora che sono fioriti i gerani sul davanzale e che il sole primaverile filtra tra le tende per riscaldare un po’ le gambe accovacciate.

Il sollievo, il ristoro, il semplice rinvenire delle forze hanno luoghi di perfetta e insospettabile ferialità, a cui quasi mai la coscienza riconosce dignità d’esperienza. Mancano di un’estetica della felicità. La bella, suadente Felicità dietro a cui corre la sua corsa disperata ogni uomo di questo secolo. Eppure, un momento di quiete autentica è foriero di molti doni. Uno di questi è la gratitudine per ciò che è sempre a portata di mano. Lo splendore del minimo.

 

www.twitter.com/RobertaLeone

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