Navarro: Giovanni Paolo II parlava con allegria della vita eterna

“Eternità non è un tempo lunghissimo, necessariamente dopo la morte: eternità è pienezza di vita, ed il contrario è l’emorragia di vita, vita che se ne va, quindi al di là della dimensione religiosa. L’educazione invece è una vita piena, ha cioè uno sviluppo della personalità di ciascuno ed ha una crescita “antigravitazionale”, cioè la tendenza di svettare verso l’alto.” Così l’altra sera Remo Bodei , docente di filosofia presso l’University of California a Los Angeles, nella basilica papale di san Giovanni in Laterano a Roma, ha aperto il secondo appuntamento dei Dialoghi in cattedrale, promossi dalla diocesi. Tema di questo nuovo incontro “Educare alla vita eterna: utopia o profezia?”. E anche il cardinal vicario Agostino Vallini in apertura della serata, ha spiegato che oggi tanti anche tra i credenti sono portati a concentrarsi solo sul presente, ma tutto ciò soffoca la speranza della vita vera e quindi è necessario che l’uomo non riduca il suo orizzonte al solo mondo sensibile, ma lo apra ad una nuova dimensione.
“Parlare di morte –ha spiegato il professor Bodei – non è una cosa facile, perché è umanamente inaccettabile pensare che tutto ciò che noi siamo, un giorno finirà, che non ci sarà più nulla di noi. Per questo in tutte le religioni, si parla di una vita futura e di un premio o una punizione alla fine dell’ esistenza terrena. Ma per i cristiani è diverso. L’eternità comincia già in questa vita. C’è un desiderio innato di raggiungere l’Eterno, motivato però dalla voglia di vivere pienamente su questa terra”. E la speranza alla vita eterna diventa un antidoto alla rassegnazione della fine delle cose, e cambia la prospettiva. “Tutti noi – ha concluso il filosofo – siamo venuti al mondo per caso, ma non abbiamo tanto tempo, la vita passa in un soffio, non accontentiamoci di ciò che siamo adesso, ma esercitiamoci a promuovere in noi un’esistenza volta a migliorare ogni giorno un po’ di più, solo così avremo vissuto la migliore delle vite possibili”.
L’incontro è proseguito con l’intervento di Joaquin Navarro Valls, presidente dell’Advisory Board dell’Università Campus Bio Medico di Roma. “Dal momento che una persona nasce, – ha spiegato Navarro Valls – inizia una vita che sarà eterna, e che durerà sempre, quindi: non si deve educare per una vita che verrà, ma si deve educare per questa vita di adesso. Io penso che quando si vedono le realtà della vita quotidiana di ognuno di noi, da una prospettiva di vita eterna, succedono due cose: da una parte le cose si relativizzano – quello che ci sembra una cosa tremenda e spaventosa si relativizza – dall’altra parte ci rendiamo conto che, ogni singola circostanza di quella vita, è un valore di vita eterna. Quindi nulla di quello che facciamo oggi si perde nel nulla!” E sulla paura inconscia di ciò che ci attende nella vita eterna, il giornalista spiega che è solo in Cristo, nel suo volto, troveremo la risposta a tutte nostre domande “La vita eterna non è un desiderio umano, ma una volontà di Dio che si fa dono per noi. Quindi non immaginiamo un altro mondo popolato da strani spiriti, ma è lo stare con Dio nella forma più alta e più pura dell’ amore. E’ come quando ci innamoriamo sulla terra ma molto di più, una felicità continua ed incredibile”.
Non poteva mancare un suo ricordo del beato Giovanni Paolo II, che Navarro Valls ha servito come direttore della Sala Stampa Vaticana dal 1984 fino alla morte del compianto pontefice. “Il papa quando parlava della vita eterna lo faceva con una grande allegria! Perché per lui, non era la fine ma era raggiungere la casa del Padre e quindi continuare il cammino che stava percorrendo sulla terra. Era molto sereno e lo ha dimostrato fino agli ultimi momenti della sua vita.” L’ultimo appuntamento con i Dialoghi il prossimo 29 marzo alle 19.30 nella basilica lateranense con lo psichiatra Vittorio Andreoli e il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, sul tema «La proposta educativa di fronte al problema del male».