Haiku 135
Un treno in corsa.
Le allodole lasciano
il grano verde.
Un giorno della prima estate, nei campi. Il grano non ancora maturo dissemina lo sguardo su un piano ondeggiante di verde, lo irretisce nel ritmo lento, lo intona a voci minime. E capita, talvolta, un senso di sospensione quando in un quadro perfettamente armonico si precipita l’esterno, l’imprevisto, l’altro. Un treno che sfreccia potente, rumoroso, irrompe nella calma brulicante della vita agreste e per alcuni secondi la infrange, la squassa.
Sono scosse dal tremore improvviso le allodole, che hanno il proprio nido sulla terra, fra il grano. E s’involano, con quella traiettoria ripida e vertiginosa che ne ha fatto il simbolo della preghiera più pura. Ciò che accade dopo, nel lento dileguarsi dell’intrusione nella memoria, è la distensione del cuore: un moto di estrema delicatezza, in cui l’animo attento distingue tutti i toni della fiducia.