Haiku 134
Il temporale.
Si cercano le barche
dalle finestre.
Lungo la costa, un paesino di pescatori. E le case colorate, ciascuna della tinta che meglio la farà distinguere, vista dall’acqua, da altre dimore, con dentro altri cuori, gli affetti di un altro. A stemperare ogni notte di reti e sudore arriverà l’alba, e attraverso un nugolo di gabbiani si potrà guardare casa. Per ritornare. In una notte di temporale la prospettiva si ribalta, a bordo nessuno sguardo potrà sottrarsi alla sfida delle onde. Solo la solidarietà degli uomini e la sapienza degli anni potranno qualcosa sulla furia dei flutti. Ma dalle case, dietro i vetri rigati, molti occhi cercano la sagoma più familiare.
Sguardi di donne che assistono, pregano, aspettano l’approdo al porto, alla terra. In mezzo, il mare. Il mare che seduce, che domina, che nutre. Il mare che è tutta la vita. E che a quanti vivono della sua sconfinata libertà fa un dono esigente: la coscienza del legame, la necessità del ritorno.