17 Marzo: a Genova Libera contro le mafie
Si svolgerà a Genova sabato 17 marzo la 17^ edizione della ‘Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie’, promossa dall’associazione Libera e Avviso Pubblico per ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie. ‘Genova Porta d’Europa’ è lo slogan che accompagnerà la giornata, durante la quale si incontreranno nel capoluogo ligure oltre 500 familiari (italiani e stranieri) delle vittime delle mafie in rappresentanza di un coordinamento di oltre 5000 familiari. La memoria e l’impegno sono protagonisti nella capitale ligure a partire dal pomeriggio di venerdì 16 marzo con l’incontro tra i familiari delle vittime delle mafie e la veglia ecumenica.
Intanto in una ricerca l’associazione Libera ha intervistato quasi 600 studenti di scuole superiori in Liguria, in cui la metà degli studenti liguri ritiene che “la mafia in Liguria è fenomeno presente e sempre più preoccupante”. Per l’associazione i risultati sono sconfortanti: consci che la criminalità organizzata è un fenomeno tutt’altro che sconfitto, gli studenti si mostrano convinti che la mafia in regione si sviluppa soprattutto nel governo dello spaccio degli stupefacenti, del lavoro nero e della prostituzione.
E ciò che più preoccupa è che addirittura sette studenti su dieci ritengono “che la propria vita quotidiana, presente e futura, possa essere condizionata dalla malavita. Sono le difficoltà economiche e l’assenza delle istituzioni i fattori sociali principali che spingono un giovane ad entrare tra le fila delle mafie”. Dai dati emerge che i ragazzi ritengono la mafia più forte di uno Stato, e chiedono ai politici di impegnarsi di più per combattere le infiltrazioni malavitose nella vita sociale del Paese. “La ricerca ci offre una fotografia sulla percezione del fenomeno mafioso tra i giovani, ha commentato Francesca Rispoli responsabile settore Formazione di Libera, che richiama le le istituzioni e la politica alle proprie responsabilità ed a un impegno maggiore nella lotta alla criminalità organizzata e contro la corruzione. Non si può parlare di criminalità solo quando succedono le cose eclatanti, perché le mafie lavorano proprio nei momenti in cui c’é meno chiasso e ci sono meno rumori.
E solo coniugando educazione alla responsabilità, informazione seria e documentata, giustizia sociale, la battaglia contro le mafie può essere vinta”. A ciascuno studente è stato chiesto prima di tutto di scrivere una narrazione su un fatto di mafia e poi di rispondere a un questionario strutturato. Nella traccia assegnata per la storia si chiedeva di inventare una storia legata a fatti di mafia (“Narrazione: Inventa e racconta una storia di fantasia con al centro un fatto di Mafia”). Il corpus conta complessivamente 70.112 parole, con un vocabolario di 10.898 parole diverse, con una lunghezza media di ciascuna storia di circa 120 parole.
Com’è facile prevedere, leggendo il vocabolario ordinato per occorrenze decrescenti, tra le parole ricorrenti ci si imbatte subito in Mafia (o mafie) , con 417 occorrenze (59 ogni diecimila parole) o mafiosi o mafioso (297 occorrenze in tutto con mafiosi e mafiose). Seguono famiglia (282 occorrenze in tutto), padre (251), uomo (191), ragazzo (176), persone (171), negozio (150), pizzo (141), vita (129), soldi (125), polizia (113), paese (105) e città (100). Particolare rilevanza, per via del carattere narrativo delle storie, assumono i nomi propri: si possono individuare 296 forme riferite a nomi comuni, luoghi o personaggi celebri, per un totale di 1.428 occorrenze (pari al 2% del totale del corpus). Nel complesso, i nomi propri utilizzati nelle storie sono soprattutto nomi generici di personaggi (nel 66,5% dei casi) o luoghi in cui si svolge la narrazione (28,8%).
La scelta dei luoghi è molto varia: si va da località italiane sia del Mezzogiorno (Napoli, Sicilia, Palermo, Corleone, Calabria, Salerno, Catania) sia del resto del Paese (Milano, Genova, Po, Liguria, La Spezia, Torino) a città o stati esteri (America, New York, Bordeaux, Europa, Sud America, Londra). Si incontrano poi riferimenti ai personaggi della Mafia o dell’Antimafia o ad altri soggetti (68 occorrenze in tutto, circa 5% del totale occorrenze riferite a nomi propri): considerando i più frequenti vi sono da un lato i riferimenti a Borsellino, Giovanni Falcone e anche don Ciotti, dall’altro a Cosa Nostra, Yakuza, Riina, Al Capone e Don Raffaele. Molto interessanti sono i segmenti che rimandano alla dimensione del denaro: innanzitutto pagare il pizzo con 44 occorrenze (nelle ricerche precedenti per questo segmento sono state riscontrate 18 occorrenze nelle 668 storie dei ragazzi toscani e 40 nelle 1.327 storie degli studenti del Lazio), e poi proprietario di un negozio, fine mese, non avesse pagato, una somma di denaro, chiedere il pizzo, costretto a pagare.