Benedetto XVI e la legge del Popolo d Dio

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Un’ occasione per rileggere uno dei temi centrali della riflessione di Joseph Ratzinger che si è sviluppato proprio da quella prima tesi tutta agostiniana. Il Popolo di Dio è un popolo eucaristico, la Chiesa “si costituisce sempre intorno all’altare”, scriveva il giovanissimo teologo. Ed è la stessa idea alla base di quell’illuminante discorso che Benedetto XVI fece a Friburgo lo scorso settembre nel suo viaggio in Germania. Il vescovo Müller ne è certo. Come è certo che le “numerose interpretazioni” che ne sono state fatte sono nella maggior parte fallite. Soprattutto quelle di una parola centrale del testo del Papa: demondanizzazione. Eppure la chiave è proprio negli scritti di Joseph Ratzinger. Anzi nella sua ecclesiologia che, basata su Agostino, precedeva il Concilio Vaticano II e il suo ressourcement,il suo ritorno, appunto, ai Padri come il vescovo di Ippona. Essere “attorno all’altare” non significa chiudersi di fronte al mondo, alla collaborazione con gli stati, all’uso del beni per la carità. Non è uno “spiritualismo” che allontana il Popolo di Dio dalla realtà. Al contrario, permette al credente di essere a pieno nel mondo, con ordinamenti mondani ma portando la “nuova forza della fede nell’unità degli uomini nel Corpo di Cristo, come un elemento di trasformazione che Dio stesso porterà a compimento quando questa storia sarà ormai giunta al suo traguardo”. Demondanizzare è trasformare e unire. E per farlo, tra l’altro, la Chiesa, il Popolo di Dio ha un mezzo che ha radici antichissime: il diritto canonico.

Anche per questo Benedetto XVI tiene particolarmente alla canonistica che negli ultimi decenni è stata un po’ messa da parte, lasciando intendere che non fosse “pastoralmene utile”. Sarà stato un caso ma mentre Müller parlava della tesi sul Popolo di Dio ai tedeschi ancora segnati dal discorso di Friburgo, il Segretario di Stato Vaticano presentava un libro edito dalla Lev: “Gesù il legislatore”. Uno studio di Onorato Bucci che ripercorre la storia, le origini, la fedeltà ala magistero lo sviluppo del diritto canonico, il più antico diritto ancora vigente nella storia. L’ordinamento canonico “contribusce alla crescita della comunione ecclesiale” ha detto il cardinale Bertone , è elemento e mezzo di quella unità della Chiesa che chiamiamo comunione. Un ordinamento che diventa esempio per le società civili per far diventare i loro ordinamenti servizi al bene dell’uomo. E’ la riforma conciliare di Benedetto XVI, fatta con calma, senza strappi, ma con la determinazione di chi non si lascia distrarre da chi vorrebbe un papato “politico”, e che cerca di leggerlo alla luce di dinamiche che non gli appartengono.

La “politica” per un pontefice è solo la dignità dell’uomo da cui scaturiscono i suoi diritti. Come ricordava spesso Giovanni Paolo II a chi voleva strappargli una dichiarazione su un governo o un presidente: io vado per visitare le Chiesa di quella nazione, e vado con il Vangelo in mano.

 

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