Salus animarum: la confessione per evangelizzare

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Durante questa settimana, si è svolto, presso il Palazzo della Cancelleria in Roma, il XXIII “Corso sul Foro Interno” promosso dalla Penitenzieria Apostolica. Un importante appuntamento formativo per l’aggiornamento teologico, pastorale e spirituale dei presbiteri, che ha messo a tema alcuni argomenti di matrice morale e canonistica riguardanti il ministero della Riconciliazione, con particolare riferimento alla soluzione dei casi più complessi o sensibilmente delicati della prassi sacramentaria. La Penitenzieria Apostolica è un dicastero della Curia Romana ed è il supremo tribunale della Chiesa cattolica per il foro interno (o della coscienza, riguardante la sfera privata del singolo fedele). Le competenze di questo importantissimo dicastero (l’unico organo che funziona pienamente anche durante il periodo della sede vacante, quando tutti gli altri uffici della Santa Sede possono adempiere solo all’ordinaria amministrazione) riguardano le cause relative alle assoluzioni dalle censure e le dispense riservate al Papa, l’uso e la concessione delle indulgenze i condoni ed altre grazie. È un dicastero che ha fini esclusivamente spirituali, la cui attività è ordinata direttamente alla “salus animarum”. A conclusione del Congresso, Papa Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza i partecipanti al Corso, oltre 1700 sacerdoti provenienti da 84 nazioni.

“Con la vostra presenza, ha detto il Pontefice rivolgendosi ai corsisti – richiamate a tutti l’importanza che ha per la vita di fede il Sacramento della Riconciliazione, evidenziando sia la necessità permanente di un’adeguata preparazione teologica, spirituale e canonica per poter essere confessori, sia, soprattutto, il legame costitutivo tra celebrazione sacramentale e annuncio del Vangelo”. Nelle parole del Papa la Confessione sacramentale è “via” per la nuova evangelizzazione che trae linfa vitale dalla santità della Chiesa e dei suoi figli, nel lavoro quotidiano della conversione e della conformazione a Cristo. Per Benedetto XVI, dunque, c’è un legame stretto tra santità e Sacramento della Riconciliazione, come la vita dei Santi ci hanno dimostrato. “La reale conversione dei cuori, – precisa il Pontefice – che è aprirsi all’azione trasformante e rinnovatrice di Dio, è il «motore» di ogni riforma e si traduce in una vera forza evangelizzante. Nella Confessione il peccatore pentito, per l’azione gratuita della Misericordia divina, viene giustificato, perdonato e santificato, abbandona l’uomo vecchio per rivestirsi dell’uomo nuovo. Solo chi si è lasciato profondamente rinnovare dalla Grazia divina, può portare in se stesso, e quindi annunciare, la novità del Vangelo”.

Papa Benedetto XVI – ricordando alcuni passaggi tratti dalla “Novo Millennio ineunte” pubblicata da Giovanni Paolo II – ritiene necessario far conoscere all’uomo moderno il Volto di Cristo «come mysterium pietatis, colui nel quale Dio ci mostra il suo cuore compassionevole e ci riconcilia pienamente a sé. È questo volto di Cristo che occorre far riscoprire anche attraverso il sacramento della Penitenza» (n. 37). “In un’epoca di emergenza educativa, – precisa il Pontefice – in cui il relativismo mette in discussione la possibilità stessa di un’educazione intesa come progressiva introduzione alla conoscenza della verità, al senso profondo della realtà, […] i cristiani sono chiamati ad annunciare con vigore la possibilità dell’incontro tra l’uomo d’oggi e Gesù Cristo, in cui Dio si è fatto così vicino da poterlo vedere e ascoltare. […] La certezza che Lui è vicino e nella sua misericordia attende l’uomo, anche quello coinvolto nel peccato, per guarire le sue infermità con la grazia del Sacramento della Riconciliazione, è sempre una luce di speranza per il mondo”.

Nessuno di noi, come ricordato già da Papa Wojtyla, è la somma dei propri peccati! Ai sacerdoti, chiamati ad amministrare il sacramento della Riconciliazione – vale a dire quel sacramento capace di restituire a ciascun uomo la possibilità di ritornare a guardare Dio nonostante i propri limiti e le innumerevoli fragilità – Benedetto XVI ricorda “la possibilità di essere strumenti di un sempre rinnovato incontro degli uomini con Dio. Quanti si rivolgeranno a voi, proprio per la loro condizione di peccatori, sperimenteranno in se stessi un desiderio profondo: desiderio di cambiamento, domanda di misericordia e, in definitiva, desiderio che riaccada, attraverso il Sacramento, l’incontro e l’abbraccio con Cristo”.

“La nuova evangelizzazione, – conclude il Papa – allora, parte anche dal Confessionale! Parte cioè dal misterioso incontro tra l’inesauribile domanda dell’uomo, segno in lui del Mistero Creatore, e la Misericordia di Dio, unica risposta adeguata al bisogno umano di infinito”.

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