Il Papa: la fede non è una proposta morale ma l’incontro con una persona
I bambini lo accolgono con entusiasmo, come un Papa, ma soprattutto come un papà dice il parroco don Giampaolo Perugini. E’ la parrocchia del Torrino San Giovanni Battista de La Salle ad accogliere Benedetto XVI nella seconda domenica di Quaresima. ‘E’ una gioia per me vedere tanti bambini, allora Roma vive e vivra’ anche domani: grazie per la vostra cordialita”’, dice appena arrivato ai bambini e ragazzi che lo accolgono. Benedetto XVI li saluta quasi uno per uno, li accarezza e li saluta prima di entrare in chiesa: “Imparate Gesu’ e cosi’ imparate anche a vivere”. “Siamo abituati a vederla alla tv e non ci sembra vero di averla qui a tu per tu” dice, emozionantissimo il giovane parroco. E presenta tre doni al Papa- papà, strappando un sorriso a Benedetto XVI: “Visto che non porta le cravatte!” il parroco presenta una maglia dell’ oratorio, un cero pasquale, i disegni e le letterine dei bambini che oggi compiono gli anni. ”Grazie per quest’accoglienza calorosa- ha detto il Papa- per questo spirito di familiarità che sento, per questo farmi sentire come un papà, come un padre: questo mi incoraggia!”
Benedetto piace a chi ama la serenità e la umiltà che viene dalla fede. Don Giampaolo lo dice ringraziando il Papa per la sua dedizione e il suo magistero, la sua missionarietà La chiesa moderna e luminosa è dominata da un grande quadro del patrono San Giovanni Battista de La Salle, alle spalle dell’ altare una grande finestra che illumina il tabernacolo. Nell’omelia il Papa spiega le letture: la prova di Abramo a cui Dio chiede la prova di fede del sacrificio di Isacco. Il Patriarca “ Abramo – spiega il Papa-si fida talmente di Dio da essere disposto anche a sacrificare il proprio figlio. Ma viene fermato da un ordine dall’alto, perché Dio non vuole la morte, ma la vita, e l’obbedienza di Abramo è fonte di una immensa benedizione.” Poi Paolo che parla del sacrificio di Gesù: “Dio stesso – dice il Papa-ha compiuto un sacrificio: non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha donato sulla Croce per vincere il peccato e la morte.” E aggiunge : “Proprio il sacrificio supremo di amore sulla Croce, che il Figlio di Dio ha accettato e scelto volontariamente in obbedienza alla volontà del Padre, diventa fonte della nostra giustificazione, della nostra salvezza.”
C’è poi il racconto della trasfigurazione “un momento anticipato di luce che aiuta anche noi a guardare alla passione di Gesù con lo sguardo della fede.” Il campanile della parrocchia, quasi “un dito o una freccia verso il cielo” è una indicazione importante: “come i tre apostoli del Vangelo, anche noi abbiamo bisogno di salire sul monte della trasfigurazione per ricevere la luce di Dio, perché il suo Volto illumini il nostro volto.” E questo si fa nella preghiera, nell’incontro non con una idea, “come una proposta morale, ma come una Persona che vuole entrare in rapporto con noi, che vuole essere amico e vuole rinnovare la nostra vita per renderla come la sua. Ma questo incontro non è solo un fatto personale; questa vostra chiesa posta nel punto più alto del quartiere vi ricorda che il Vangelo deve essere comunicato, annunciato a tutti. Non aspettate che altri vengano a portarvi messaggi diversi, che non conducono alla vera vita, ma fatevi voi stessi missionari di Cristo ai fratelli là dove vivono, lavorano, studiano o soltanto trascorrono il tempo libero.”
Il Papa ricorda il compito della famiglie “l’ambiente di vita in cui si muovono i primi passi di fede: siate comunità in cui si impara a conoscere e ad amare sempre di più il Signore, comunità in cui ci si arricchisce a vicenda per vivere una fede veramente adulta.” Ripete il Papa che solo “riuniti attorno all’Eucaristia avvertiamo più facilmente come la missione di ogni comunità cristiana sia quella di recare il messaggio dell’amore di Dio a tutti gli uomini.” Il cammino dal Tabor, dalla Trasfigurazione, “l’itinerario quaresimale ci conduce fino al Golgota, monte del supremo sacrificio di amore dell’unico Sacerdote della nuova ed eterna Alleanza. In quel sacrificio è racchiusa la più grande forza di trasformazione dell’uomo e della storia. Assumendo su di sé ogni conseguenza del male e del peccato, Gesù risorgerà il terzo giorno come vincitore della morte e del Maligno.”
Il Papa ricorda le tante attività della parrocchia, ringrazia per la maglia dell’ Oratorio, Stella Polare, saluta le francescane, e i Fratelli della scuole cristiane. Nelle preghiere dei fedeli si pensa ai responsabili politici e ai sofferenti, alla pace. La parrocchia si trova nella periferia sud di Roma, ed e’ stata istituita dal cardinale Camillo Ruini il 1 ottobre 2000 e la chiesa, i cui lavori di costruzione sono terminati nel 2009, anno in cui è stata consacrata. 12 mila abitanti e 3.116 famiglie, per lo piu’ giovani coppie con figli piccoli o adolescenti. Dopo la messa il Papa si è fermato in privato con i sacerdoti della parrocchia e poi ha salutato i fedeli che lo aspettavano nel piazzale di fronte alla chiesa.
Ogni domenica, ha detto il Papa salutando, la liturgia ci porta in un luogo dove possiamo incontrare il Signore, il deserto e oggi il monte. Sono i luoghi dove Dio ci attende con il suo amore.