Card. Becciu: ‘La santità è ancora oggi fonte di speranza’

50 anni fa, l’8 maggio 1969, era promulgata da papa Paolo VI la costituzione apostolica ‘Sacra Rituum Congregatio’: con essa la Sacra Congregazione dei riti, istituita da papa Sisto V il 22 gennaio 1588 con la bolla Immensa ‘Aeterni Dei’, veniva suddivisa in due dicasteri: la Congregazione per le cause dei santi e l’attuale Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti.
Un intervento più radicale fu attuato da papa Giovanni Paolo II con la costituzione apostolica ‘Divinus perfectionis Magister’, promulgata il 25 gennaio 1983. Con essa veniva superata la struttura giuridico-contenziosa del dicastero, la cui procedura doveva invece essere ispirata a criteri e finalità di natura storico-teologica.
Il dibattimento processuale veniva sostituito dallo studio degli atti, costituiti da fonti testimoniali e documentali, debitamente presentati in una ‘Positio’, a sua volta sottoposta allo studio e al giudizio dei vari organi giudicanti del dicastero (Consulta storica, Congresso teologico, Consulta medica, Sessione ordinaria o Plenaria di cardinali e vescovi).
Celebrando la messa per il 50^ anniversario il suo prefetto, card. Angelo Becciu, ha detto che i Santi non passano mai di moda: “Ci sono circostanze in cui avvertiamo in maniera più forte la fragilità e la precarietà della nostra esistenza: per questo Gesù si presenta a noi come il pane della vera vita. Egli non disprezza la vita corporale: infatti ha guarito tanti malati, ma desidera donarci la pienezza della vita.
Egli, come abbiamo sentito nel Vangelo, è il pane che non soltanto ci fa vivere, ma ci fa rivivere. Il pane terreno serve a mantenerci in vita, ma non può farci rivivere… Gesù è il pane di vita, perché ci dona la risurrezione; Egli la può donare, perché è risorto. Donandoci il suo corpo nell’Eucaristia, ci comunica la sua vita di risorto.
Pertanto, l’Eucaristia non nutre la vita del nostro corpo, ma nutre in noi la vita di Gesù risorto: è caparra di risurrezione. E la via verso la risurrezione, che Gesù ha percorso per primo, consiste nel donare se stessi fino alla morte e, proprio per mezzo di tale offerta, vincere la morte”.
I santi hanno mostrato che l’Eucarestia è la forza della vita: “Accostarsi all’Eucaristia significa quindi ricevere colui che si è offerto fino alla morte, significa ricevere il cibo che ci dà la forza di percorrere la sua stessa via. E’ la via che hanno percorso i Santi. Essi si sono sforzati di modellare la loro vita su quella di Cristo. La santità, pienezza della vita cristiana, consiste nell’unirsi a Cristo, nel vivere i suoi misteri, nel fare nostri i suoi atteggiamenti, i suoi pensieri, i suoi comportamenti”.
Quindi anche i cristiani possono camminare sulla strada della santità: “Le biografie dei Beati e dei Santi ci offrono una risposta chiara: una vita santa non è frutto principalmente del nostro sforzo, delle nostre azioni. Ma è Dio che ci rende santi, è l’azione dello Spirito Santo che ci anima dal di dentro, è la vita stessa di Cristo Risorto che ci è comunicata e che ci trasforma. La santità ha la sua radice ultima nella grazia battesimale, nell’essere inseriti nel Mistero pasquale di Cristo, con cui ci viene comunicato il suo Spirito, la sua vita di Risorto”.
Ecco il motivo per cui la Chiesa invita alla memoria dei Santi: “Per aiutarci a tendere alla misura alta della vita cristiana, che è la santità, la Chiesa, durante l’Anno Liturgico, ci invita a fare memoria di una schiera di Santi, di coloro, cioè, che hanno vissuto pienamente la carità, hanno saputo amare e seguire Cristo nella loro vita quotidiana. Anche le beatificazioni e le canonizzazioni, ci dicono che è possibile per tutti percorrere la strada della santità.
Mediante questi riti suggestivi e coinvolgenti, la Chiesa presenta questi fulgidi esempi all’imitazione di tutti i fedeli, chiamati con il battesimo alla santità che è traguardo proposto ad ogni stato di vita. I Santi e i Beati, confessando con la loro esistenza Cristo, la sua persona, la sua dottrina e rimanendo a Lui strettamente uniti, sono quasi un’illustrazione vivente dell’uno e dell’altro aspetto della perfezione del divino Maestro”.
Infine ha sottolineato la crescita di ‘attenzione’ verso i Santi: “Negli ultimi decenni è aumentata l’attenzione per i Beati e i Santi che, nella loro limpida testimonianza cristiana, contribuiscono a rendere più affascinante il messaggio del Vangelo e più credibile la missione della Chiesa. Di fronte a penosi casi di contro-testimonianze da parte di persone consacrate, che hanno causato scandalo, i nuovi modelli di santità sono stati salutari e hanno aperto la mente e il cuore di tanta gente all’amore verso Dio e verso la Chiesa.
Inoltre, il contatto con il dinamismo spirituale di questi moderni campioni di vita cristiana, ha favorito rinascite spirituali e vere conversioni. Constatiamo con soddisfazione che la santità, anche oggi, suscita gioia e speranza, perché risponde al profondo desiderio di felicità insito nel cuore dell’uomo”.
Ecco il motivo per cui la Chiesa propone la vita dei Santi: “Infatti, nel proporre una tipologia di santità alla venerazione del popolo cristiano, la Chiesa annuncia la forza trasformante del Vangelo, perché mostra che la presenza di Cristo nel mondo è capace di trasfigurare la vita delle persone che hanno fede in Lui.
Di conseguenza, risulta prezioso il lavoro di quanti collaborano nella trattazione delle cause di beatificazione e di canonizzazione; ognuno, nel proprio ruolo, si dedica a scoprire il grande mosaico di santità che Dio va creando nella storia, perché il volto di Cristo splenda nella pienezza del suo fulgore”.