Il Papa: fede e amore realtà inscindibili su cui poggia l’ autorità della Chiesa e del Papa

La Festa della cattedra di San Pietro e la messa di ringraziamento con i 22 nuovi cardinali sono stati una occasione per Benedetto XVI di spiegare che cosa è la Chiesa e qual è il suo compito. Lo ha fatto spiegando la magnifica composizione barocca di Gian Lorenzo Bernini che sovrasta l’ altare della Cattedra nell’ abside della basilica vaticana. Una celebrazione solenne e festosa nella basilica affollata di fedeli di ogni parte del mondo, di delegazioni ufficiali, di amici dei nuovi porporati e di giornalisti. Benedetto XVI parte da Pietro che esprime la sua salda fede in Gesù che gli risponde definendolo “roccia”. Una denominazione che “non fa riferimento al carattere della persona, ma va compresa solo a partire da un aspetto più profondo, dal mistero: attraverso l’incarico che Gesù gli conferisce, Simon Pietro diventerà ciò che egli non è attraverso «la carne e il sangue».” E il Papa usa un testo rabbinico per spiegare il concetto di “roccia santa”: «Il Signore disse: “Come posso creare il mondo, quando sorgeranno questi senza-Dio e mi si rivolteranno contro?”. Ma quando Dio vide che doveva nascere Abramo, disse: “Guarda, ho trovato una roccia, sulla quale posso costruire e fondare il mondo”. Perciò egli chiamò Abramo una roccia».” La roccia santa è Abramo, la “roccia che sostiene la creazione”, e per questo “Simone, che per primo ha confessato Gesù come il Cristo ed è stato il primo testimone della risurrezione, diventa ora, con la sua fede rinnovata, la roccia che si oppone alle forze distruttive del male.” Poi il Papa porta lo sguardo alla cattedra lignea dell’ XI secolo tradizionalmente legata Pietro.
“Quando si percorre la grandiosa navata centrale e, oltrepassato il transetto, si giunge all’abside, ci si trova davanti a un enorme trono di bronzo, che sembra librarsi, ma che in realtà è sostenuto dalle quattro statue di grandi Padri della Chiesa d’Oriente e d’Occidente. E sopra il trono, circondata da un trionfo di angeli sospesi nell’aria, risplende nella finestra ovale la gloria dello Spirito Santo. Che cosa ci dice questo complesso scultoreo, dovuto al genio del Bernini? Esso rappresenta una visione dell’essenza della Chiesa e, all’interno di essa, del magistero petrino.” E da qui Bendetto XVI spiega la Chiesa in una perfetta interpretazione del Concilio Vaticano II alla luce della grande arte del rinascimento. “La finestra dell’abside apre la Chiesa verso l’esterno, verso l’intera creazione, mentre l’immagine della colomba dello Spirito Santo mostra Dio come la fonte della luce. Ma c’è anche un altro aspetto da evidenziare: la Chiesa stessa è, infatti, come una finestra, il luogo in cui Dio si fa vicino, si fa incontro al nostro mondo. La Chiesa non esiste per se stessa, non è il punto d’arrivo, ma deve rinviare oltre sé, verso l’alto, al di sopra di noi. La Chiesa è veramente se stessa nella misura in cui lascia trasparire l’Altro – con la “A” maiuscola – da cui proviene e a cui conduce. La Chiesa è il luogo dove Dio “arriva” a noi, e dove noi “partiamo” verso di Lui; essa ha il compito di aprire oltre se stesso quel mondo che tende a chiudersi in se stesso e portargli la luce che viene dall’alto, senza la quale diventerebbe inabitabile.”
Anche la cattedra monumentale ha un significato teologico “esprime la presenza permanente dell’Apostolo nel magistero dei suoi successori.” Fede e carità unite nel magistero dei Papi. “Il presiedere nella fede è inscindibilmente legato al presiedere nell’amore. Una fede senza amore non sarebbe più un’autentica fede cristiana.” E carità significa anche Eucaristia che è Sacramentum caritatis Christi, e “presiedere nella carità” significa attirare gli uomini in un abbraccio eucaristico – l’abbraccio di Cristo -, che supera ogni barriera e ogni estraneità, e crea la comunione dalle molteplici differenze. Il ministero petrino è dunque primato nell’amore in senso eucaristico, ovvero sollecitudine per la comunione universale della Chiesa in Cristo. E l’Eucaristia è forma e misura di questa comunione, e garanzia che essa si mantenga fedele al criterio della tradizione della fede.” E prosegue il Papa leggendo la grandiosa opera che sovrasta l’ altare della cattedra : “Tutto nella Chiesa poggia sulla fede: i Sacramenti, la Liturgia, l’evangelizzazione, la carità. Anche il diritto, anche l’autorità nella Chiesa poggiano sulla fede. La Chiesa non si auto-regola, non dà a se stessa il proprio ordine, ma lo riceve dalla Parola di Dio, che ascolta nella fede e cerca di comprendere e di vivere.” C’è poi il movimento di ascesa e di discesa. “E’ la reciprocità tra la fede e l’amore” spiega il Papa perchè “una fede egoistica sarebbe una fede non vera. Chi crede in Gesù Cristo ed entra nel dinamismo d’amore che nell’Eucaristia trova la sorgente, scopre la vera gioia e diventa a sua volta capace di vivere secondo la logica del dono.” Perché “Dio non è solitudine, ma amore glorioso e gioioso, diffusivo e luminoso.”E il compito dei cardinali è “testimoniare la gioia dell’amore di Cristo.”
Terminata la solenne celebrazione il Papa si è affacciato alla finestra del suo studio per le recita dell’ Angelus a mezzogiorno ha ricordato che il colore rosso delle vesti cardinalizie è “ il colore del sangue e dell’amore.” e che significa servizio alla Chiesa con il Papa. Ed a aggiunto che la Cattedra di Pietro “ è sì segno di autorità, ma di quella di Cristo, basata sulla fede e sull’amore.” Poi ha affidato il nuovi cardinali a Maria Madre della Chiesa, perché, ha detto il Papa: “aiuti me e i miei collaboratori a lavorare instancabilmente per l’unità del Popolo di Dio e per annunciare a tutte le genti il messaggio di salvezza, compiendo umilmente e coraggiosamente il servizio della verità nella carità.” Moltissimi i gruppi presenti in piazza nonostante le nuvole e la pioggia. Il Papa in diverse lingue a chiesto preghiera per il Concistori e il collegio cardinalizio affidandolo alla intercessione dello Spirito Santo.” Nel pomeriggio di oggi i cardinali incontrano i fedeli arrivati da tutto il mondo per festeggiarli, domattina ultimo appuntamento di queste giornate con l’udienza del Papa a tutti i familiari, fedeli e gli amici dei nuovi porporati.