Il colore di Madre Teresa
Due anni fa circa l’Empire State Building, il famosissimo grattacielo di New York, non era disposto a colorarsi di bianco e di blu per commemorare Madre Teresa di Calcutta, che il 26 agosto 2010 avrebbe compiuto 100 anni. Il proprietario dell’Empire aveva, infatti, respinto la formale richiesta avanzata da una organizzazione cattolica per ricordare la Madre dei poveri di Calcutta accendendo i fari colorati blu e bianchi (i colori dell’ordine delle Suore Missionarie della Carità fondato da Madre Teresa) del grande edificio newyorkese. L’Empire State Building, che in passato si era illuminato per Mariah Carey, per la Ferrari, per i concorsi di bellezza per cani, per i 60 anni della Cina comunista e per tante altre ricorrenze decise in quell’occasione di non commemorare la religiosa più famosa del mondo, stimata da tutte le religioni occidentali e orientali.
In questi giorni, il governo locale della metropoli indiana di Kolkata (ex Calcutta) ha deciso di colorare la città (palazzi pubblici, cavalcavia, stazioni, taxi, monumenti, persino lo storico monumento nazionale Shahid Minar) di “blu cielo”, simile a quello delle divise bianco-blu delle suore di Madre Teresa che hanno reso Calcutta famosa in tutto il mondo. La notizia è stata annunciata ai giornali dal ministro dello Sviluppo Urbano Firhad Hakim, sollevando più di una polemica. Calcutta è, infatti, una delle città più povere dell’India e tra le più popolate e non potrebbe sostenere la spesa (per la maggior parte a carico dei cittadini) per ridipingere gli immobili. The Telegraph, uno dei più vecchi e autorevoli quotidiani indiani, scrive ironicamente che “il nuovo colore risolverà di sicuro i problemi di salute pubblica, inquinamento delle falde, autobus impazziti che uccidono i pedoni, l’aeroporto a pezzi e il patrimonio artistico che marcisce nei musei, solo per citare alcuni dei problemi” .
Probabilmente Madre Teresa di Calcutta direbbe: “Io non penso di avere qualità speciali, non pretendo niente per il lavoro che svolgo. È opera sua. Io sono come una piccola matita nelle sue mani, nient’altro. È lui che pensa. È lui che scrive: la matita non ha nulla a che fare con tutto questo. La matita deve solo poter essere usata”. Ben altro è, infatti, il segno lasciato dalla Madre: 4.800 suore, presenti in 143 Paesi, distribuite in 750 case (solo in India sono più di 200)… e pensare che nel 1950 erano appena in dodici! Sono i numeri di una realtà missionaria cresciuta attorno alla santità di Madre Teresa di Calcutta. A quindici anni dalla sua morte (5 settembre 1997) le suore Missionarie della Carità continuano a vedere Cristo nel volto di ogni povero (anzi – come recita la loro Regola – nel povero più povero tra i poveri) così come insegnò loro la “piccola matita di Dio”.
Una pennellata di colore, questa, certamente più imponente!