Patti Lateranensi, la festa a Palazzo Borromeo

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Poca mondanità e parecchia sobrietà giovedì sera all’ Ambasciata d’ Italia presso la Santa Sede per l’ annuale celebrazione del Concordato. Dimezzati gli inviti(con qualche malumore), sia per motivi di sicurezza che per indicazioni di Palazzo Chigi, e del Quirinale, l’ evento è stato un po’ meno evento del solito. In compenso si potevano intavolare molti colloqui. E non solo ovviamente quelli ufficiali che avvengono come sempre prima del ricevimento.

Quest’ anno il padrone di casa, l’ ambasciatore Francesco Greco, ha organizzato l’incontro tra Governo italiano, e Santa Sede nella sala più bella di Palazzo Borromeo. In effetti serviva più posto perchè il governo era quasi al completo. Un modo per il Presidente Monti di presentare la sua squadra alle autorità vaticane. Ma, a quanto pare, ha “guidato” lui. Forse, prudentemente, si sta aspettando di vedere che cosa farà davvero il Governo italiano per la questione Ici? Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei si è intrattenuto un po’ con i giornalisti, ma in modo molto discreto. Le gerarchie vaticane invece sono andate via subito dopo la fine dei colloqui e il piccolo ricevimento privato. Fatto un po’ insolito. Se il cardinale Bertone in effetti ha sempre lasciato palazzo Borromeo con veloce discrezione, non era così per altri monsignori e prelati. E non certo per paura della stampa molto specializzata presente al ricevimento, che certamente non si attende scoop e commenti forti in queste occasioni.

In compenso fuori dell’ Ambasciata c’era un manipolo di radicali urlanti che inveivano sulle presunte ricchezze della Chiesa e del Vaticano. Il mediatico gesto dell’ Arcivescovo Fisichella che si è tolta la croce e consegnandola ai manifestanti ha detto “é bigiotteria” ha smontato la polemica. Intanto nel palazzo si tessevano diverse nuove trame politiche. Forse nascevano nuovo “poli” e forse si accendevano speranze. Tra i vescovi rimasti a chiacchierare anche Giusppe Betori che sabato diventa cardinale e che ha raccontato con serenità i dettagli della aggressione che ha subito nella quale è rimasto ferito il suo segretario don Paolo. Un fattaccio di cronaca nera che non ha influito sulla sua missione. “Cambia solo il colore del vestito- dice- la mia dedizione alla Chiesa e la fedeltà al Papa sono sempre state forti”. Tra gli ospiti manca il direttore dell’ Osservatore Romano, a casa con l’ influenza, ma in compenso c’è, come sempre Marco Tarquinio che riceve diversi attestati di solidarietà. Si perchè anche a Palazzo Borromeo si è parlato di Celentano. Purtroppo.

Soddisfatto l’ ambasciatore Greco della serata e soprattutto dell’incontro, anche se dopo le anticipazioni della vigilia, sembra che di ICI non si sia parlato. Allora che si sono detti nel salone del Palazzo? Il ministro delle Giustizia avrebbe ricordato la visita del Papa a Rebibbia mettendo sul piatto il tema delle carceri, e ognuno ha avuto il suo minuto di gloria. Ma come sempre sulla sostanza si sa poco. E mentre gli ultimi ospiti si attardavano nelle chiacchiere già si pensava avanti nelle sale semi vuote.

 

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