Le vacanze a Bressanone. Il papa nell’amato Sud Tirolo

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Dopo quattro anni di assenza Joseph Ratzinger torna nell’amato Sud Tirolo. Fino all’11 agosto, il papa, riprendendo un’abitudine trentennale, sarà in vacanza a Bressanone. Stamani, l’arrivo nella cittadina, accolto dal suono delle campane del duomo, dagli spari a salve da parte di una quarantina di Schutzen e dal coro dei bambini della città che hanno intonato la versione tedesca di ”Oh Rock My Soul”.

Poche le uscite pubbliche previste, i due angelus domenicali ed un incontro con il clero locale, ma chi sa che il papa non voglia riprendere anche le sue passeggiate, magari fino a Rio Pusteria dove nel piccolo cimitero una semplice croce ricorda i bisnonni materni. Di sicuro leggerà e scriverà immerso nella atmosfera della meravigliosa ed efficiente biblioteca barocca del Seminario Maggiore che lo ospita. Non ci saranno altri ospiti oltre il seguito, ma sarà con lui il fratello Georg, anche questa una antica abitudine. Potrebbe addirittura scrivere una nuova enciclica.

Dopo aver seguito le orme di Giovanni Paolo II in fatto di vacanze estive per tre anni, per il 2008 papa Benedetto recupera uno stile più personale. La passione per il Tirolo è iniziata nel 1967 come ricorda Josef Innerhofer, sacerdote brissinese che ha raccolto in un libro tutti i ricordi e gli aneddoti. Joseph Ratzinger tenne una conferenza per i rettori dei Seminari Maggiori dell’area germanofona. “Da quel momento è venuto sempre, dice Innerhofer, dapprima in albergo, all’”Albero Verde” poi, da quando è diventato arcivescovo di Monaco nel 77 ha preferito la quiete del Seminario”, che del resto d’estate era proprio adibito a ricevere sacerdoti in vacanza.

A legare Joseph Ratzinger alla regione anche un vincolo familiare. La nonna materna di papa Benedetto è originaria di Raas, un villaggio vicino a Bressanone. Si chiamava Maria Peintner, figlia di Anton Peter Peintner e di ElisabethTauber, sposati a Rio di Pusteria. Lasciò la sua patria per trasferirsi in Baviera dove sposò un panettiere. Anche la la mamma di Benedetto ha lavorato, fino a quando non si sposata, nella panetteria di famiglia. Sfogliando le pagine di una biografia di Joseph Ratzinger firmata da Don Josef Gelmi si scopre che il parroco di Rio di Pusteria di allora ha scritto in merito alla nonna di Josef Ratzinger: “La sposa è ferrata in religione”.


Il papa a Bressanone (Foto di Alessandro Garofalo/Reuters)

Joseph, da sacerdote, vescovo e cardinale poi, trascorreva le vacanze con la sorella Maria e il fratello Georg che guidava una vecchia Volkswagen. Nelle passeggiate a volte arrivavano al vecchio cimitero di Rio Pusteria a cercare le tombe degli avi. Ma nel secolo scorso solo i ricchi avevano tombe personali e loro erano poverissimi. Ora c’è solo una croce ricordo. Le giornate dei fratelli Ratzinger trascorrevano tra musica, lettura e preghiera quotidiana condivisa con le gente del paese. Un clima socievole e semplice.

Nel Seminario, papa Benedetto ritrova la quiete che gli serve per lavorare indisturbato ed è qui che sono nati molti suoi scritti e quel best seller, spartiacque culturale sul dopo Concilio che è “Rapporto sulla fede”. Vittorio Messori, che “intervistò” l’allora Prefetto per la Dottrina della Fede, racconta quei giorni d’ agosto. “Insistetti molto per quella intervista che sembrava irrealizzabile. Alla fine mi convocò: era ferragosto del 1984. Passammo tre giorni interi a lavorare. Io avevo solo uno schema di 10 punti, i capitoli del libro”.

Messori ricorda che il sacerdote disponibile a fare da interprete dopo la prima mattina lasciò soli il giornalista e il cardinale che parlava un italiano perfetto.” I colloqui, racconta Messori, si facevano in una saletta del seminario, un luogo essenziale, io registravo e prendevo appunti, poi mandai tutto al Prefetto che però fece pochissime correzioni”. “Rapporto sulla Fede” è stato uno dei libri simbolo di un’epoca e oggi lo si può vedere come traccia teologica di due pontificati. Quello di Benedetto XVI, ma anche quello di Giovanni Paolo II di cui Joseph Ratzinger fu collaboratore ed amico. Ora la quiete sarà assicurata in Seminario soprattutto dalla grande siepe che nasconde il giardino da occhi indiscreti.

In Seminario restano, oltre al seguito papale, solo il rettore Ivo Muser e la suora che si occupa della casa. La camera del papa sarà sempre la stessa, “piena di sole e molto tranquilla”,dicono. Forse il papa riuscirà ad accendere un cero davanti alla statua della Madonna nella chiesa parrocchiale, o magari dare un saluto al sagrestano, ma certo non potrà pregare con le gente nella messa domenicale nel duomo come faceva da cardinale.

Intanto, ferve l’attività in Alto Adige in vista delle vacanze del pontefice. La diocesi altoatesina ha creato un sito web per l’occasione e sono già pronti i ticket per partecipare a due Angelus il 3 e il 10 agosto in Piazza Duomo a Bressanone. Thomas Stürz responsabile delle vacanze del papa dice: “Per garantire al papa un piacevole e sereno riposo vaglierò richieste di incontri o inviti, ce ne sono per dei concerti, e qualcuno ha addirittura invitato il Papa a casa sua per cucinargli il “Kaiserschmarrn”…”. Per ora l’ unica richiesta “speciale” dal Vaticano a Bressanone è quella di un pianoforte e nel Seminario se ne trova già uno.

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