Il Papa spiega la preghiera di abbandono di Gesù e chiede sostegno per le famiglie

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Anche se il momento della morte è drammatico la preghiera di Gesù è invasa di profonda calma. Prosegue la riflessione sulla preghiera di Gesù nello ultime ore della sua esistenza terrena il Papa. Nell’ aula delle udienza stracolma di fedeli di ogni parte del mondo Benedetto XVI analizza le ultime parole di Gesù al momento della crocifissione.

“La prima preghiera che Gesù rivolge al Padre è di intercessione: chiede il perdono per i propri carnefici. Gesù pone “il «non sapere», come motivo della richiesta di perdono al Padre, perché quest’ignoranza lascia aperta la via verso la conversione.” Benedetto poi esamina la seconda frase, quella che Gesù dice al buon ladrone. Speranza per chi si pente e “si accorge di trovarsi di fronte al Figlio di Dio, che rende visibile il Volto stesso di Dio, e lo prega” C’è poi la morte di Gesù “caratterizzata esplicitamente come evento cosmico e liturgico; in particolare, segna l’inizio di un nuovo culto, in un tempio non costruito da uomini, perché è il Corpo stesso di Gesù morto e risorto, che raduna i popoli e li unisce nel Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue.” E la preghiera “è un forte grido di estremo e totale affidamento a Dio. Tale preghiera esprime la piena consapevolezza di non essere abbandonato.”

Il Papa rilegge le parole di Gesù alla luce delle sacre Scritture. “Non sono una semplice citazione, ma piuttosto manifestano una decisione ferma: Gesù si «consegna» al Padre in un atto di totale abbandono. Queste parole sono una preghiera di «affidamento», pieno di fiducia nell’amore di Dio. La preghiera di Gesù di fronte alla morte è drammatica come lo è per ogni uomo, ma, allo stesso tempo, è pervasa da quella calma profonda che nasce dalla fiducia nel Padre e dalla volontà di consegnarsi totalmente a Lui.” E il Papa conclude con l’insegnamento per noi: Gesù “ci invita al difficile gesto di pregare anche per coloro che ci fanno torto, ci hanno danneggiato, sapendo perdonare sempre, affinché la luce di Dio possa illuminare il loro cuore; ci invita, a vivere, nella nostra preghiera, lo stesso atteggiamento di misericordia e di amore che Dio ha nei nostri confronti: «rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori», diciamo quotidianamente nel «Padre nostro». Allo stesso tempo, Gesù che nel momento estremo della morte si affida totalmente nelle mani di Dio Padre, ci comunica la certezza che, per quanto dure siano le prove, difficili i problemi, pesante la sofferenza, non cadremo mai fuori delle mani di Dio, quelle mani che ci hanno creato, ci sostengono e ci accompagnano nel cammino dell’esistenza, perché guidate da un amore infinito e fedele.”

Nei saluti e le sintesi delle diverse lingue Benedetto XVI ha salutato tra gli altri l’equipe e dell’ Atletico Madrid e la delegazione che dona al Papa la riproduzione della Porta Santa di San Pietro che sarà collocata nel museo dedicato a Giovanni Paolo II a Wadowice. All’ Associazione Nazionale famiglie numerose il Papa ha detto: “ nell’odierno conteso sociale i nuclei familiari con tanti figli costituiscono una testimonianza di fede di coraggio e di ottimismo, perché senza figli non c’è futuro! Auspico che vengano ulteriormente promossi adeguati interventi sociali e legislativi a tutela e a sostegno delle famiglie più numerose che costituiscono una ricchezza e una speranza per l’ intero paese.”

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