La fede nell’amore di Dio è la risposta che sconfigge il male

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“La fede nell’amore di Dio. Ecco la risposta che sconfigge radicalmente il male”, esclama Benedetto XVI. Il Vangelo parla della guarigione della suocera di San Pietro, e la Prima Lettura viene dal Libro di Giobbe. E’ una domenica in cui si parla di guarigioni, di speranza, di vicinanza a Dio. Ed è anche la domenica in cui si celebra la Giornata della Vita, istituita nel 1978 – in occasione dell’approvazione della legge 194, quella che ha introdotto l’interruzione volontaria di gravidanza nel nostro Paese – che ha lo scopo di ricordare alla comunità cristiana il dramma dell’aborto.

 

Il Papa si affaccia sul terrazzo di una San Pietro insolitamente bianca. Ci sono comunque 10 mila persone – e tra questi i giovani della Pastorale Universitaria e i docenti guidati da monsignor Leuzzi – ad ascoltare il Pontefice. Il quale al termine dell’Angelus dirà: “La neve è bella, ma speriamo che venga presto la primavera”. E proprio al tema della guarigione Benedetto XVI dedica l’introduzione all’Angelus.

“La malattia  – afferma Benedetto XVI –  è una condizione tipicamente umana, in cui sperimentiamo fortemente che non siamo autosufficienti, ma abbiamo bisogno degli altri”. Il Vangelo di oggi ricorda le molte guarigioni operate da Gesù a Cafarnao, una parte importante della sua missione sulla terra. “In effetti – spiega il Papa – le malattie sono un segno dell’azione del Male nel mondo e nell’uomo, mentre le guarigioni dimostrano che il Regno di Dio è vicino. Gesù Cristo è venuto a sconfiggere il Male alla radice, e le guarigioni sono un anticipo della sua vittoria, ottenuta con la sua Morte e Risurrezione”.

La malattia è comunque una prova, che ci può far rimanere come “schiacciati, isolati, allora la nostra esistenza si deprime e si disumanizza”. E, certo, si deve reagire, “con le cure appropriate”, ma c’è anche – e ce lo insegna la Parola di Dio, ricorda il Papa – “un atteggiamento decisivo e di fondo con cui affrontare la malattia ed è quello della fede. Lo ripete sempre Gesù alle persone che guarisce: La tua fede ti ha salvato”.

Esorta il Papa: “Come Gesù ha affrontato il Maligno con la forza dell’amore che gli veniva dal Padre, così anche noi possiamo affrontare e vincere la prova della malattia tenendo il cuore immerso nell’amore di Dio”. E poi fa l’esempio di Chiara Luce Badano, da poco beata. Una giovane stroncata giovanissima da un male incurabile, e che pure visse con serenità e fiducia in Dio la sua malattia, preparandosi a incontrare “il suo sposo”. “Quanti andavano a farle visita – ricorda Benedetto XVI –  ricevevano da lei luce e fiducia!” Aggiunge il Papa: “Tuttavia, nella malattia,abbiamo tutti bisogno di calore umano: per confortare una persona malata, più che le parole, conta la vicinanza sincera”.

Nel dopo Angelus, il Papa rende omaggio alla Giornata della Vita, iniziata – ricorda – “per difendere la vita nascente e poi estesa a tutte le fasi e condizioni dell’esistenza umana”. Il tema di quest’anno è “Giovani aperti alla vita”.

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