Acqua a luce bianca: quando la truffa mischia new age e creduloneria

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Semplice acqua di rubinetto spacciata per bevanda miracolosa, proveniente dai santuari mariani di Lourdes, Fatima e Medjugorje capace di guarire da qualsiasi disturbo o malattia grave. E’ l’ultima fra le più eclatanti frodi scoperta nelle città di Ancona, Milano, Venezia e Bari che ha portato all’arresto di una biologa e 38 persone con l’accusa di associazione per delinquere, truffa, lesioni ed esercizio abusivo della professione. I malcapitati – almeno 500 persone provenienti da tutte le parti d’Italia e appartenenti a diverse fasce di età e classe sociale – erano convinti che la terapia a base di “Acque a Luce bianca” (così veniva denominata la pozione miracolosa) potesse davvero risolvere il problema della loro malattia.

Disposti a pagare dai 100 ai 200 euro e oltre per dei flaconcini di comunissima acqua corrente, le persone affette da patologie gravi erano persino disposte ad affrontare lunghi viaggi per incontrare la biologa ricercatrice (con tanto di laurea in biologia e studi a Lione) che nel suo sito espone gli esiti “vincenti” di alcuni “suoi” test, “effettuati sulle «Acque mariane» che per tradizione sono legate ai fenomeni più eclatanti: l’acqua di Lourdes, Fatima, Montichiari e altre a confronto con acque provenienti da fiumi, acquedotti, fonti termali. Dopo 6 mesi di indagine i test… confermano il fenomeno della «riproducibilità infinita». Per esempio sono sufficienti 9 gocce di Acqua di Lourdes in un litro d’acqua di rubinetto perché l’acqua del rubinetto si trasformi tutta in «Acqua a luce bianca», dando quindi risposta a test frequenziali e chimici”. Tra le pagine del sito vengono riportate delle informazioni, a nostro avviso, simili ai contenuti della New Age (movimento transculturale che comprende numerose correnti psicologiche, sociali e spirituali alternative sorte nel tardo XX secolo nel mondo occidentale). Frasi come queste: “Quando l’uomo arriverà a comprendere che il suo vivere è una relazione di continuo, mutuo scambio delle sue energie con quelle dell’intero universo (la terra e il cosmo tutto), potrà finalmente operare per raggiungere il proprio benessere fisico e spirituale”, o come queste altre: “l’etica assume una veste nuova perché la malattia non attende un rimedio dall’esterno, ma una comprensione profonda dalla quale scaturisce la possibilità di una guarigione di tutti i piani dell’essere, attraverso una risonanza che ciascun malato trova con frequenze di luce che gli sono necessarie e che un’Acqua gli conduce”, catturavano la fievole speranza dell’ammalato convincendolo a partire per incontrare i “nuovi profeti della salute”.

E così, mescolando (maldestramente!) religione, superstizione e astrologia, i terapeuti approfittavano dello stato di prostrazione dei malati per reclutarli attraverso dei corsi a pagamento come “adepti” della nuova medicina, spingendoli oltretutto ad abbandonare le terapie tradizionali per scommettere tutto sulle “Acque a Luce bianca”. Basterà un intero anno dedicato alla fede per aiutare alcuni di noi a non confondere la fede con la superstizione? E’ una scommessa che Papa Benedetto XVI ha voluto lanciare a tutti i credenti e che può aiutarci a vivere la religiosità in modo meno superficiale, “perché la verità cristiana – come afferma il Pontefice stesso – non rischi di mischiarsi con mitologie di vario genere”. Non è certamente una pozione considerata magica, né l’ipotetico intervento di Harry Potter che ci aiuterà ad alleviare il dolore umano. Le nostre paure, o certe speranze irrazionali, permettono agli “stregoni del terzo millennio” di modificare la stabilità antropologica e spirituale dell’uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio.

“E’ importante – affermava Giovanni Paolo II durante il Giubileo del 2000 – che ogni credente ponga un impegno più intenso nel purificare e rafforzare la propria fede di fronte ai pericoli ed alle insidie che possono minacciarla in questi nostri tempi. E fra le insidie, non ci sono forse pure quelle forme aberranti del sentimento religioso, che sfruttano i bisogni e le aspirazioni più profonde dell’animo umano, proponendo prospettive di appagamento illusorie e fallaci? Purtroppo numerose famiglie sono toccate da questo triste problema, a motivo del coinvolgimento di qualcuno dei suoi membri, in particolare dei figli, spesso più fragili ed esposti a tali rischi. […] Solo una più forte testimonianza dei valori cristiani ed un saldo rinnovamento dell’impegno pastorale potrà essere una valida risposta a questa sfida. Solo una fede profonda e vissuta con coerenza, costituisce un antidoto efficace a così pericolose deviazioni del sentimento e della pratica religiosa”.

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