Il Papa, la neve e il fascino del silenzio.

Condividi su...

Chissà se la copiosa caduta di neve sulla città di Roma e a San Pietro avrà fatto ricordare al Papa la neve della sua Baviera. Non è Natale, ma la neve rimanda sempre a quel periodo dell’anno. E, ad inizio Avvento, è stato lo stesso Benedetto XVI a ricordare la neve dei giorni di Natale. Era il 3 dicembre, e nella Sala Clementina in Vaticano la Televisione bavarese “Bayerischer Rundfunk” dedicava a Benedetto XVI “Avvento e Natale nelle Prealpi bavaresi – Da cielo in terra”. Benedetto XVI ha ricordato che in Baviera l’Avvento è chiamato “tempo silenzioso”. “La terra – ha affermato – è coperta dalla neve”, i contadini non possono lavorare nei campi, “tutti sono necessariamente a casa. Il silenzio della casa diventa, per la fede, attesa del Signore, gioia della sua presenza. E così sono nate tutte queste melodie, tutte queste tradizioni che rendono un po’ il cielo presente sulla terra”.

 

È il silenzio dato dall’attesa, scandita dal calendario dell’Avvento, una tradizione nata proprio a Monaco di Baviera, ad opera di Gehrard Lang nel 1908. E di silenzio “che apre uno spazio di ascolto reciproco” ha parlato Benedetto XVI nel prossimo messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, dedicato a “Silenzio e Parola: il cammino delle evangelizzazioni”.

Possibile che una forte sensazione di meraviglia e di amarcord abbia preso Benedetto XVI, che si è affacciato per qualche istante a vedere piazza San Pietro completamente imbiancata. La foto è stata pubblicata nella home page della Radio Vaticana.

E il ricordo vola indietro nel tempo ad un altro Papa sotto la neve. È il 10 febbraio 1986, e Giovanni Paolo II sta tornando dal viaggio a Bombay, India. Ma a Roma nevica. E così l’aereo del Papa atterra a Napoli all’una di notte, e da lì Giovanni Paolo II e il suo seguito arriva a Roma in treno, su due carrozze di prima classe appositamente allestite.

151.11.48.50