Il Sermig invita i giovani dal Papa

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Sabato 4 febbraio si svolgerà il 4° Appuntamento Mondiale dei Giovani della Pace con moltissimi giovani che saranno accolti in udienza da papa Benedetto XVI in Vaticano. Dopo l’Appuntamento de L’Aquila e quello di Torino del 2010, il Sermig offrirà al Papa un proprio ‘manifesto’ in cui ci saranno scritte le convinzioni dei giovani: ‘Il mondo si può cambiare con i giovani. Oggi!’. Si prevedono 7000 giovani provenienti  da tutta Italia ed anche le delegazioni dall’estero. L’Appuntamento Mondiale Giovani della Pace è il frutto di un percorso che ha compiuto 25 anni. Nasce dall’incontro del Sermig e del suo fondatore Ernesto Olivero con migliaia di giovani, uomini e donne, credenti e non credenti. Incontri che hanno dato corpo ad un’intuizione: permettere alle nuove generazioni di farsi ascoltare dai grandi della Terra nei campi della politica, della cultura, dell’economia, della spiritualità.

 

Come gli appuntamenti precedenti, questo con il Papa sarà un’occasione perché i giovani comunichino le loro convinzioni a esponenti della politica, dell’economia, della cultura, delle religioni presenti, affinché ‘i grandi’ comprendano l’urgenza di ascoltare i giovani e ripartire da loro: “Il passato ci ha lasciato una sfida apparentemente impossibile da superare: fame, guerre, malattie, violenze sui più deboli, una crisi economica senza precedenti… Noi queste sfide vogliamo affrontarle a viso aperto, con coraggio, con speranza, con passione per gli uomini, con Dio nel cuore e nei nostri comportamenti”, ha commentato Ernesto Olivero.

Davanti al Papa e a numerose autorità dell’economia, della politica, della cultura, oltre che a leader di confessioni religiose diverse dalla cristiana, i giovani racconteranno le loro sfide per dire di sì al bene, la loro ricerca di una direzione e di una forza interiore per dare tutti insieme lo stile di Dio ai rapporti tra gli uomini. Ancora una volta, saranno le storie di vita a parlare, dall’Italia e dal mondo, affidate alle immagini e alla musica. Saranno presentati i risultati del questionario ‘Giovani e futuro’ realizzato dalla redazione di Nuovo Progetto, il mensile del Sermig, le cui risposte sono già alcune migliaia. Parteciperanno delegazioni di giovani dagli Arsenali del Sermig in Giordania e Brasile. Ernesto Olivero, a nome del Sermig e dei Giovani della Pace, chiederà la benedizione di Benedetto XVI sull’impegno dei giovani e della Fraternità della Speranza. Ernesto Olivero ha sottolineato l’opportunità del Mondiale dei Giovani della Pace: “I giovani sono sempre stati il mio tormento, sono sempre stati il senso della mia vita”.

E’ lo spirito che ha animato la storia del Sermig a partire dal 1964, anno della sua fondazione: i giovani come priorità, ma soprattutto come speranza per costruire un mondo migliore. Nel corso degli anni, si è rafforzata l’idea di fare qualcosa di significativo per loro. Il tutto, grazie ad intuizioni e incontri particolari, come quello con dom Helder Camara, un gigante della Chiesa brasiliana. L’8 dicembre del 1986, il vescovo dei poveri invia al Sermig una lettera ispirata e fa appello alla ‘immaginazione creatrice’ di Ernesto Olivero per ‘trovare sempre nuovi impegni per i giovani’. Infatti per il fondatore del Sermig “i giovani sono davvero i più poveri tra i poveri. Il desiderio di aiutarli non mi ha mai lasciato e si è fatto più profondo. “Per un giovane sarei disposto ad attraversare il mondo intero. E così, pur restando timido, senza conoscere alcuna lingua se non quella dell’amore, mi ritrovo a girare il mondo per cercare i giovani persi”.

La sfida di Olivero è lanciata agli adulti, che non si commuovono più: “Chi si commuove per gli eserciti di giovani persi nell’alcool, nella droga, nel gioco, nel sesso? Per ragazzi di tredici anni che per una birra o uno spinello si danno al primo venuto? Per un giovane su tre che non trova lavoro, che non ha futuro? Vorrei che tutti ci commuovessimo per riportare i giovani a casa, in una società che li ami, li ascolti, li valorizzi come patrimonio dell’umanità. Troppi giovani mancano all’appello perché non ci sono adulti veri. Chi ama coinvolge, chi ama fa crescere, chi ama valorizza, chi ama responsabilizza. Per questo l’Arsenale ha i giovani in cima ai propri pensieri. Da anni ci spendiamo con loro e per loro, e con loro per i più poveri. E tocchiamo con mano la fame e la sete di tanti per ciò che è vero e non di plastica, per ciò che è pulito, per ciò che dà senso. La società in cui viviamo non è più capace di trasmettere valore e valori… C’è bisogno di ricomporre una frattura che nasce dalla sfiducia.

Molti giovani non hanno più fiducia negli adulti, perché in troppi hanno tradito. E spesso per protesta hanno smesso di vivere, si sono arresi al nulla che diventa tutto. Eppure una riconciliazione è possibile. E’ questa la buona notizia. Ma solo se gli adulti faranno la loro parte, diventando custodi attenti. Nessuno escluso. I responsabili di tutte le religioni, alleati con gli uomini di pensiero, credenti o non; i giudici, difensori severi della giustizia imparziale, libera da ogni condizionamento; i giornalisti, informatori obiettivi svincolati da passioni o debolezze di parte; gli educatori, testimoni credibili; tutti noi, custodi prima di tutto dei bambini e del bene comune”.

Anche l’Arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, ha sottolineato l’importanza di questi incontro dei giovani con papa Benedetto XVI: “L’incontro con Benedetto XVI conferma l’ecclesialità dell’opera a cui mi sento legato da profonda comunione e amicizia. Mi sorprende e meraviglia per la sua dinamicità e intraprendenza positiva e coinvolge tantissimi giovani, sacerdoti e laici. Non si sa come, se si guarda solo dal punto di vista umano, ma si capisce bene il mistero se si alza lo sguardo verso Dio. La radice e la vitalità del Sermig sta in Cristo, centro vivo della vita e della missione di ogni membro della comunità. Cristo e la fede in Lui, alimentata dalla preghiera, l’amicizia e la voglia di rinnovarsi e rinnovare la Chiesa e il mondo attraverso il protagonismo dei giovani…

Diremo che i giovani del Sermig non sono né rassegnati, né indignati, ma impegnati con la propria responsabilità che riguarda non solo la loro vita ma anche quella degli altri, alla ricerca continua di relazioni vere e sincere verso tutti, superando barriere di ogni tipo che dividono e ripieni di una forte carica di speranza con la convinzione che fondata com’è su Cristo, niente potrà mai distruggerla od ostacolarla”.

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