Il Leviatano oggi? La finanza internazionale.

Il Leviatano è il nome di un terribile mostro marino citato nella Bibbia. Ma è più noto per essere stato il centro di un trattato di filosofia politica di Hobbes. Trattato che giustifica lo Stato assoluto. Il potere dello Stato è infatti paragonato alla forza del terribile mostro descritto da Giobbe, ed è necessario per mantenere la pace e la convivenza tra gli uomini. Oggi il Leviatano non è più lo Stato. E’ piuttosto la finanza neoliberista, che “sembra essere entrata in un vicolo cieco. Essa appare irrimediabilmente malata”. Piuttosto che sostenere “uno sviluppo integrale, sostenibile ed inclusivo di tutti i popoli, attua, in più di un caso, una specie di ‘terrorismo economico’ internazionale. Dominata da una oligarchia internazionale, non adempie universalmente al suo compito naturale, che sarebbe quello di sostenere le imprese, il lavoro, le famiglie”, ma come “un nuovo ed implacabile ‘Leviatano’, si aggira per il mondo in cerca sempre di divorare imprese, popoli deboli o sprovveduti”.
A parlare è monsignor Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, che è intervenuto due giorni fa ad un convegno della Fiba Cisl sulla riforma del sistema finanziario. Justitia et Pax ha prodotto un documento con la sua proposta di riforma. Una riflessione, più che una nota, da mettere sul tavolo dell’ultimo G20. Ma il testo – intitolato “Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale” – è stato oggetto di critiche di ogni genere. In particolare su quei passaggi che riguardano l’autorità pubblica con competenze universali, peraltro già contenute nella Caritas in veritate e, andando indietro negli anni, addirittura nella Pacem in terris di Giovanni XXIII. Autorità che è stata descritta da molti come “una specie di grande Leviatano”.
Mentre Toso parlava al convegno, il cardinal Peter Turkson, presidente di Justitia et Pax, volava alla volta di Davos, per prendere parte al summit dei 345 “world leaders”, l’assemblea generale informale della globalizzazione che quest’anno parla della “La Grande Trasformazione: immaginare muovi modelli”. Sono i nuovi modelli dei quali parla monsignor Toso. Che non risparmia critiche: sottolinea che i principali effetti negativi di questo “capitalismo finanziario deregolato e globale” sono, tra i tanti, “la restrizione nell’erogazione del credito, chiusure o delocalizzazione di imprese, fallimenti, suicidi, alti tassi di disoccupazione, erosione dei sistemi di sicurezza sociale, recessione, aumento della conflittualità sociale, riduzione del gettito fiscale e instabilità politica”; e suggerisce – per uscire dalla crisi – “il potenziamento di tutti quegli aspetti positivi che esistono, all’interno dell’attuale sistema capitalistico deregolato e globale, incarnati in una sana economia di mercato”.
Per farlo però – ammonisce il numero 2 di Giustizia e Pace – serve “reimpostare il capitalismo perché esplichi meglio la sua virtù fondamentale di motore che crea e diffonde ricchezza reale, rendendola accessibile a tutti”. Si tratta, cioè, “di impostare l’organizzazione dell’economia in maniera più razionale, più realistica, perché più conforme alla sua essenza umana, alla dignità delle persone e dei popoli, alle esigenze del bene comune e della connessa giustizia sociale, di valorizzare il ruolo fondamentale e positivo dell’impresa, del libero mercato, della proprietà privata e della conseguente responsabilità dei mezzi di produzione, della libera creatività umana”. Il tutto inquadrato “in un solido contesto giuridico che metta la libertà nel settore dell’economia al servizio della libertà umana integrale, il cui centro è etico e religioso”. È il senso dell’autorità mondiale, che si attua all’interno di una riforma delle Nazioni Unite. Una riforma che dia regole certe, che faccia delle Nazioni Unite un organismo realmente democratico (alcuni Stati hanno tuttora diritto di veto) e che agisca per il bene comune. Altrimenti, sì, c’è il rischio di finire tutti sotto il giogo del Leviatano.