Bagnasco:l’ Anno della Fede ci interroga
![](https://www.korazym.org/wp-content/uploads/2012/01/bagnascoprolusione.jpg)
Nella decina di pagine della prolusione del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, c’è una parte che difficilmente domani sarà sui grandi giornali. Quelli che preferiscono pubblicare rubrichette anonime con un po’ di gossip scambiato per informazioni. Noi parleremo allora dell’ Anno della Fede che, secondo la nota pubblicata dalla Congregazione per la dottrina della fede, dovrà vedere in prima linea proprio le conferenze episcopali. “ A nessuno sfugge- ha ricordato il cardinale all’ Assemblea peremanente che ha parto oggi i suoi lavori- la forza di una simile intuizione che può diventare un evento spirituale di proporzioni grandiose.”
Nel suo testo Bagnasco ha ricordato che in Italia la fede è più viva di quanto i media, e la società consumistica vogliono farci credere. Anche la fede semplice, e quella dei tanti popoli che si intrecciano con il nostro. Ma certo rimane l’interrogativo di fondo: “la fede,ne troverà ancora il Figlio dell’Uomo, tornando alla fine dei tempi?” Per rispondere alla sete di fede dell’uomo dice Bagnasco si dovrà “cogliere la struttura che sorregge i diversi accadimenti, e li ricompone in un unico disegno: rilanciare nel tempo la missione messianica, continuare senza tregua a gettare le reti, rimettere a piombo nella vita della Chiesa ogni singolo elemento perché corrisponda al disegno del Padre: fare di Cristo il cuore del mondo.” L’analisi del presidente della Cei guarda a tutta l’Europa, che vive certo una evidente crisi della fede, ed è per questo che i Vescovi italiani dovranno “fare tesoro di questa circostanza all’interno della progettazione pastorale già avviata.”
Da qui l’interrogativo più concreto: “Che cosa, dunque, dobbiamo fare?” La prima cosa da combattere sembra essere la “strana reticenza a dire Gesù, una sorta di stanchezza, uno scetticismo talora contagioso.”. Ma dall’altra parte ci sono i giovani come quelli di Madrid e c’è l’entusiasmo di continenti come l’ Africa che ha abbracciato il Papa senza porsi troppi problemi. E l’Asia, “il continente del futuro, in cui giovani Chiese, come nella Corea del Sud, crescono ad un ritmo vertiginoso. C’è l’America Latina, di cui da poco si sono celebrati i 200 anni dell’Indipendenza e che, nonostante segnali contrastanti, resta il polmone per la fede di tutte le Americhe e ossigena anche i Paesi europei, approdo di nuova immigrazione.” E ci sono i pellegrinaggi in Terra Santa o nei santuari, scambi tra studenti internazionali, che diventano “laboratori di umanità” in grado di fronteggiare ideologie prepotenti o anche surrettiziamente deboli.”
Insomma le idee abbozzate dal presidente della Cei sono molte, tutto sta a vedere com queste idee in nuce saranno trasformate in fatti concreti e in “voglia di fare” da parte dei vescovi, dei sacerdoti e ovviamente dei laici cattolici che sentano urgente la necessità di “rendere ragione della Speranza”.