Il Papa: la maturità cristiana conduce ad amare la legge
“La misericordia, l’equità, l’oikonomia così cara, sono alcuni dei concetti a cui si ricorre in tale operazione interpretativa. Conviene notare subito che questa impostazione non supera il positivismo che denuncia, limitandosi a sostituirlo con un altro in cui l’opera interpretativa umana assurge a protagonista nello stabilire ciò che è giuridico”. Il Papa lo ha ricordato questa mattina ai giudici della Rota Romana nell’udienza di apertura dell’ Anno giudiziario. Un appuntamento molto atteso in particolare dopo la mini riforma che ha portato nel settembre scorso alla Rota la competenza sulla cause di dispensa dal matrimonio rato e non consumato e di dichiarazione di nullità della sacra ordinazione, che prima era della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Al di la dei dettagli tecnici e numerici che interessano gli specialisti, e che sono stati riportati dal Decano Antoni Stankiewicz, il discorso del Papa si è concentrato sul concetto stesso di diritto canonico. In questi ultimi anni Benedetto XVI si è fatto strenuo difensore della importanza della corretta applicazione e interpretazione del diritto canonico come mezzo per la cura pastorale dei fedeli.
Il vero diritto è inseparabile dalla giustizia, spiega il Papa e aggiunge che anche la legge canonica “deve essere collegata ad un ordine giusto della Chiesa, in cui vige una legge superiore” Insomma lo spirito della legge canonica non è da cercare nel positivismo, e la interpretazione della legge canonica deve avvenire nella Chiesa. Benedetto ricorda anche che “la maturità cristiana conduce ad amare sempre più la legge e a volerla comprendere ed applicare con fedeltà”. Il discordo del Papa è una riflessione “giuridica” per l’Anno della Fede e per l’ anniversario del Concilio Vaticano II. “Il sentire cum Ecclesia ha senso anche nella disciplina, a motivo dei fondamenti dottrinali che sono sempre presenti e operanti nelle norme legali della Chiesa. In questo modo, va applicata anche alla legge canonica quell’ermeneutica del rinnovamento nella continuità di cui ho parlato in riferimento al Concilio Vaticano II,5 così strettamente legato all’attuale legislazione canonica.” E ai giudici chiede docilità, onestà e dedizione per studiare e applicare le leggi emanate dai Pastori, “specialmente le leggi pontificie nonché il magistero su questioni canoniche, il quale è di per sé vincolante in ciò che insegna sul diritto.”
Il Papa arriva così alla questione più attuale che nasce dalle nuove competenze della Rota Romana Circa il matrimonio e l’ordine: “La sintonia con il vero senso della legge della Chiesa- ha detto il Papa- diventa una questione di ampia e profonda incidenza pratica nella vita delle persone e delle comunità e richiede una speciale attenzione. In particolare, vanno anche applicati tutti i mezzi giuridicamente vincolanti che tendono ad assicurare quell’unità nell’interpretazione e nell’applicazione delle leggi che è richiesta dalla giustizia.” L’augurio finale di Benedetto XVI è che ci sia da parte dei Giudici una “generosa risposta a questo nuovo impegno ecclesiale.”
La mattina della Rota Romana era iniziata con una messa presieduta dal cardinale segretario di stato Tarcisio Bertone nella Cappella Paolina. “Il giudice ecclesiastico- ha detto il cardinale-come pure gli operatori della giustizia della Chiesa, non devono stancarsi di invocare lo Spirito Santo, affinché doni a ciascuno la passione della verità, che non è mai accusa contro qualcuno, ma è invece favorire la verità per amore della verità, dopo aver compiuto la fatica di cercarla”.