Fides: la bandiera della pace? Simbolo di sincretismo, no al suo utilizzo nelle chiese

Bandiera pace da un campanile
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Bandiera pace da un campanileE’ un approfondimento fra i tanti, ma colpisce nel segno: chiama in causa un simbolo notissimo – la bandiera della pace – e attacca direttamente tutti coloro che in ambito cattolico, specialmente durante la celebrazione della Messa, lo utilizzano per significare la ricerca della pace. Il lancio dell’agenzia Fides del 20 giugno scorso cerca di risalire alle radici del simbolo multicolore e senza mezzi termini lo lega al sincretismo e al relativismo, criticando neppure tanto implicitamente tutti coloro che – all’interno del mondo cattolico – si accompagnano alla celebre bandiera con i colori dell’arcobaleno. No alla bandiera della pace, dunque: un pronunciamento tanto più autorevole quanto più si considera che si tratta della prima agenzia vaticana, legata direttamente alla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Ecco il loro pensiero…

Si legge nel lancio Fides (qui il testo integrale) che l’affermazione rivoluzionaria di Gesù sull’amare i propri nemici viene considerata l’anima “della nonviolenza cristiana, che non consiste nell’arrendersi al male – secondo una falsa interpretazione del ‘porgere l’altra guancia’ (cfr Lc 6,29) – ma nel rispondere al male con il bene (cfr Rm 12,17-21), spezzando in tal modo la catena dell’ingiustizia. Si comprende allora che la nonviolenza per i cristiani non è un mero comportamento tattico, bensì un modo di essere della persona, l’atteggiamento di chi è così convinto dell’amore di Dio e della sua potenza, che non ha paura di affrontare il male con le sole armi dell’amore e della verità” (Benedetto XVI, Angelus del 18 febbraio 2007). . Simbolo evocativo di una umanità pacificata è – scrive Fides – la croce, e non qualsiasi croce, ma quella di Cristo”.

Si domanda allora l’agenzia vaticana “come mai uomini di Chiesa, laici o chierici che siano, hanno per tutti questi anni ostentato la bandiera arcobaleno e non la croce, come simbolo di pace?”.  “Sarebbe interessante – continua il lancio – interrogare uno per uno coloro che, forse anche inconsapevolmente, hanno affisso sugli altari, ingressi e campanili delle chiese lo stendardo arcobaleno. Tuttavia qualche risposta, per loro conto, potremmo ipotizzarla, richiamando alla memoria la lunga litania degli eventi in cui la chiesa avrebbe brandito la croce come simbolo di sopraffazione, e chiesto successivamente in modo inequivocabile perdono per le manchevolezze dei suoi figli: crociate, caccia alle streghe, roghi di eretici, la lista si potrebbe allungare all’inverosimile. Qui però, taluni dimenticano che la storiografia più aggiornata ha ridimensionato quanto la propaganda anticlericale, soprattutto ottocentesca aveva orchestrato ad arte. Tuttavia per non sottrarsi ad eventuali obiezioni, resta il fatto incontrovertibile che non è il simbolo della croce in sé stesso ad aver bisogno di essere emendato quanto piuttosto gli atteggiamenti degli uomini che, guardando a tale segno possono ritrovare motivo di conversione”.

“A questo punto – continua Fides – diventa necessaria un’altra domanda: questi uomini e donne di chiesa sanno qual è l’origine della bandiera della pace? Molti probabilmente no. Altri, pur sapendo non se ne preoccupano più di tanto”. E inizia qui un lungo e articolato paragrafo che individua “le origini della bandiera della pace nelle teorie teosofiche nate alla fine dell’800”, sistema di pensiero “che tende alla conoscenza intuitiva del divino”, movimento “mistico, esoterico, spirituale e gnostico”, ispirato anche all’induismo e al buddismo, con alcuni punti di contatto con il vegetarianismo, lo sviluppo delle facoltà paranormali e anche la reincarnazione. Di tutto un po’, insomma, con la convinzione che “gli eventi accadono per leggi che soggiacciono ad un Paradigma Universale” e che “gli esseri umani hanno un proprio “se stesso più elevato” divino ed immortale, cui possono rivolgersi con la preghiera”. Il tutto a rappresentare una variante del moderno New Age, per il quale “non esistono verità assolute”, “ciascuno può, letteralmente, creare il proprio mondo, e ciascun mondo soggettivamente creato avrà la sua verità non meno ‘vera’ e non meno ‘falsa’ rispetto a quella del mondo creato da un altro”, e “il Cristo” non è un personaggio storico ma un “principio divino all’interno dell’uomo”. Come a dire, non propriamente un estratto del catechismo cattolico…

Afferma Fides che questo è il contesto nel quale ha avuto successo “il simbolo per eccellenza del pacifismo mondiale, non escluso buona parte del mondo cattolico”, cioè la bandiera della pace. Le sue origini sono “numerose e controverse”: quella della pace è vista come la bandiera che Aldo Capitini (fondatore del Movimento Nonviolento) usò nel 1961 per aprire la prima Marcia per la Pace Perugia-Assisi, ma anche come un simbolo di origine biblica (l’arca di Noè) o Incas, e ancora come quello del movimento delle cooperative francesi (1920), delle associazioni pacifiste e nonviolente statunitensi, dei “movimenti di liberazione omosessuali” (anche se in questo caso la bandiera è differente per l’assenza della scritta PACE, per la disposizione e per il numero di colori). Come che sia, comunque, scrive Fides, “resta il fatto incontestabile che questo simbolo si presenta come il più adatto a rappresentare un idea, oggi molto in voga, secondo la quale non ci sarebbe alcuna verità assoluta: tutte le opinioni hanno la medesima dignità e quindi meritevoli di spazio”. La bandiera arcobaleno è dunque una valida sintesi per rappresentare il sincretismo. Ecco così che, citando l’Istruzione Redemptionis Sacramentum della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti”, Fides prende posizione critica verso l’utilizzo di quello stendardo, soprattutto in contesti liturgici, affermando che “va considerato nel modo più severo l’abuso di introdurre nella celebrazione della Santa Messa elementi contrastanti con le prescrizioni dei libri liturgici, desumendoli dai riti di altre religioni” (n.79).

Nella foto: la bandiera della pace pende da un campanile

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