Il Papa approva i riti dei Neocatecumenali nell’armonia del Corpus Ecclesiae
“Nella vostra preziosa opera ricercate sempre una profonda comunione con la Sede Apostolica e con i Pastori delle Chiese particolari, nelle quali siete inseriti: l’unità e l’armonia del Corpo ecclesiale sono una importante testimonianza a Cristo e al suo Vangelo nel mondo in cui viviamo.” Il Papa ha salutato così questa mattina nell’ Aula Paolo VI stracolma di aderenti al Cammino Neocatecumenale l’approvazione di quelli che molti definiscono quasi un “rito” separato. Da quando il Cammino è stato iniziato da Kiko Arguello e Carmen Hernandez le tappe per la approvazione degli statuti e per la accettazione da parte di Roma di una liturgia sui generis sono state lunghe.
Molti vescovi locali in diverse parti del mondo si sono mostrati scontenti dello stile liturgico e anche di quella missionarietà considerata a volte “aggressiva” delle comunità neocatecumenali. Un caso per tutti il Giappone. In altri casi invece c’è grande riconoscenza per l’impegno anche ecumenico e interrelgioso dei Neocatecumenali che portano energia evangelizzatrice, come succede in Israele. Dopo anni di studio ed osservazione nel 2008 il Papa ha approvato gli statuti del Cammino e posto come condizione tra anni di osservazione. Oggi è arrivato il si definitivo vissuto come una festa intorno al Papa. Del resto Joseph Ratzinger è forse il Papa che conosce meglio Kiko e la sua proposta perchè il loro incontro risale ai tempi di Monaco di Baviera. Un si motivato che certo non mancherà di suscitare polemiche. Ma del resto oggi il Papa, lasciando spesso il testo scritto per improvvisare, ha tenuto a spiegare bene il senso della liturgia eucaristica alla luce del Concilio vaticano II. Una delle obiezioni più comuni ai Neocatecumenali è che celebrino la messa solo per la comunità, non aperta insomma a tutti i fedeli. Il Papa ha ricordato: “ogni celebrazione eucaristica è un’azione dell’unico Cristo insieme con la sua unica Chiesa e perciò essenzialmente aperta a tutti coloro che appartengono a questa sua Chiesa.” Un argomento importante per non creare delle “chiese nella Chiesa”.
Benedetto XVI ha spiegato che “la celebrazione nelle piccole comunità, regolata dai Libri liturgici, che vanno seguiti fedelmente, e con le particolarità approvate negli Statuti del Cammino, ha il compito di aiutare quanti percorrono l’itinerario neocatecumenale a percepire la grazia dell’essere inseriti nel mistero salvifico di Cristo, che rende possibile una testimonianza cristiana capace di assumere anche i tratti della radicalità. Al tempo stesso, la progressiva maturazione nella fede del singolo e della piccola comunità deve favorire il loro inserimento nella vita della grande comunità ecclesiale, che trova nella celebrazione liturgica della parrocchia, nella quale e per la quale si attua il Neocatecumenato, la sua forma ordinaria. Ma anche durante il cammino è importante non separarsi dalla comunità parrocchiale, proprio nella celebrazione dell’Eucaristia che è il vero luogo dell’unità di tutti, dove il Signore ci abbraccia nei diversi stati della nostra maturità spirituale e ci unisce nell’unico pane che ci rende un unico corpo .”
É’ chiaro l’intento del Papa che vede nel Cammino una opportunità di evangelizzazione e formazione a patto che non si crei separazione e confusione nelle parrocchie. Se si legge questa decisione di Benedetto XVI a fianco a quella di permettere la celebrazione della messa secondo il Rito Antico a certe condizioni, sembra chiaro che il suo intento sia quello di rendere la ricchezza della cattolicità senza creare divisione, ma cercando di far comprendere la ricchezza della diversità nell’unica fede. Fondamentale, come ha ricordato questa mattina, ricordare ai Neocatecumenali come a tutti i cattolici che la Chiesa accompagna “con attenzione in un paziente discernimento, che comprende la vostra ricchezza, ma guarda anche alla comunione e all’armonia dell’intero Corpus Ecclesiae.”
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