Il Papa chiede ai seminaristi del Capranica di unire gratuità e studio per imparare la visione cattolica

E’ al martirio di Sant’ Agnese che il Papa fa riferimento per ricordare agli studenti del Collegio Caprinica, seminario di Roma fin dal ‘500. Appartenere a Cristo senza tentennamenti, scegliere in maniera matura e consapevole la verginità come preparazione all’atto del martirio, e poi un chiaro sensus Ecclesiale. Benedetto XVI ha ricevuto nella Sala Clementina gli studenti e i professori e ha ricordato loro il senso stesso della preparazione al sacerdozio che esige gratuità, come il martirio e anche “integralità, compiutezza, esercizio ascetico, costanza e fedeltà eroica” .
Per diventare dei buoni sacerdoti, spiega il Papa serve “un anelito crescente alla santità, un chiaro sensus Ecclesiae e un’apertura alla fraternità senza esclusioni e parzialità.” E da qui anche la necessità di una solida formazione culturale personale perché la “fede ha una sua dimensione razionale e intellettuale che le è essenziale.” Lo studio serve insomma ad “assimilare quella sintesi tra fede e ragione che è propria del Cristianesimo.” Il sacerdote globalmente maturo “può essere più efficacemente educatore e animatore di quell’adorazione «in Spirito e verità» di cui Gesù parla alla Samaritana” o meglio “il «rationabile obsequium», di cui ci parla l’apostolo Paolo, un culto nel quale l’uomo stesso nella sua totalità di un essere dotato di ragione, diventa adorazione, glorificazione del Dio vivente, e che può essere raggiunto non conformandosi a questo mondo, ma lasciandosi trasformare da Cristo rinnovando il modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto .”
Il saluto conclusivo del Papa è dedicato alla “romanità” del Collegio Capranica che, ha detto “toccate con mano già nella storia dell’edificio che vi ospita.” Essere così vicini al Papa “vi permette di percepire con particolare chiarezza le dimensioni universali della Chiesa e il desiderio che il Vangelo giunga a tutte le genti.” Un modo per formarsi alla “visione cattolica” e all’incontro con le altre culture. L’incoraggiamento finale è per la nuova evangelizzazione perché “nella fatica quotidiana, radicati nella bellezza della tradizione autentica, uniti profondamente a Cristo, siate capaci di portarlo nelle vostre comunità con verità e gioia.”