Il papa incontra il premier iracheno Al-Maliki. Condanna della violenza, il dialogo per trovare pace
Condanna della violenza, strada della pace e dello sviluppo da percorrere attraverso la collaborazione di tutti i gruppi etnici e religiosi, importanza del dialogo interreligioso. Sono le principali esigenze sottolineate oggi nel corso dell’incontro a Castelgandolfo fra il premier iracheno Nouri Kamel Al-Maliki e Benedetto XVI. L’incontro tra il papa e al Maliki, durato venti minuti, è stato definito “molto sereno” dal direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi.
Un comunicato della Santa Sede informa che “i colloqui, svoltisi in un clima di cordialità, hanno permesso di esaminare alcuni aspetti fondamentali della situazione irachena, prendendo in considerazione anche il contesto regionale”. “Particolare attenzione – afferma la nota – è stata rivolta al tema dei numerosi rifugiati iracheni, dentro e fuori del Paese, che hanno bisogno di assistenza, anche in vista di un auspicato ritorno”.
“E’ stata rinnovata – inoltre – la condanna della violenza che quasi ogni giorno continua a colpire le diverse parti del Paese, senza risparmiare le comunità cristiane, che sentono fortemente il bisogno di una maggiore sicurezza” ed è “stato espresso l’auspicio che l’Iraq possa trovare decisamente la strada della pace e dello sviluppo attraverso il dialogo e la collaborazione di tutti i gruppi etnici e religiosi, incluse le minoranze, che nel rispetto delle rispettive identità, e con spirito di riconciliazione e di ricerca del bene comune, provvedano insieme alla ricostruzione morale e civile del Paese”. “Al riguardo – è la conclusione del comunicato vaticano – è stata ribadita l’importanza del dialogo interreligioso, come via alla comprensione religiosa ed alla civile convivenza. Il Primo Ministro ha rivolto al Santo Padre un invito a visitare l’Iraq”. Prima di Benedetto XVI, il premier iracheno si era intrattenuto per 45 minuti con il segretario di Stato Vaticano, card. Tarcisio Bertone, e con il Segretario per i rapporti con gli Stati (ministro degli Esteri vaticano), mons. Dominique Mamberti.
Da parte sua, il premier iracheno (facendo riferimento al tema della difficile presenza dei cristiani nel paese) ha sottolineato, dopo l’incontro, che l’Iraq non vuole “discriminare” i cristiani che vivono in Iraq, così come le altre minoranze religiose.
Prima dell’incontro, l’ambasciatore iracheno presso la Santa Sede, Albert Edward Ismail Yelda, aveva affermato che Al-Maliki avrebbe messo al corrente Benedetto XVI delle misure prese dal governo iracheno per migliorare la sicurezza e i servizi pubblici per gli iracheni e degli sforzi fatti dal governo per la riconciliazione del Paese e per proclamare il 2008 come ”l’anno della ricostruzione dell’Iraq”. Le condizioni di sicurezza in Iraq ancora non consentono di circolare liberi da pericoli, ma ”non appena saranno migliorate – spiegava il diplomatico – il nostro Primo ministro estenderà al papa e ai membri della Santa Sede un invito a visitare il Paese”. Un invito che – secondo quanto comunicato dalla sala stampa della Santa Sede – è comunque arrivato.”L’incontro di oggi – aveva spiegato ancora l’ambasciatore – avrebbe dovuto svolgersi già alcuni mesi fa ed era saltato per motivi di salute di al-Maliki. “Adesso, anche se sappiamo bene quanto il papa sia stanco e abbia bisogno di riposo dopo i recenti viaggi, non abbiamo esitato a riproporlo e infatti dalla Segreteria di Stato è arrivata immediatamente una risposta affermativa”.