Il Papa: siate esemplari nel rispetto della legge ricordando quella che Dio ha messo nel cuore dell’uomo

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La crisi per il Papa non è un risultato di giuste o sbagliate scelte di politica economica, quanto piuttosto della dimenticanza dei valori e dei principi etici. Una convinzione che ripete anche agli amministratori locali di Roma e Lazio ricevuti come sempre all’ inizio del nuovo anno. “ L’etimologia della parola “crisi” – ha detto il Papa-richiama la dimensione del “separare” e, in senso lato, del “valutare”, del “giudicare”. La crisi attuale, allora, può essere anche un’occasione per l’intera comunità civile di verificare se i valori posti a fondamento del vivere sociale abbiano generato una società più giusta, equa e solidale, o se non sia, invece, necessario un profondo ripensamento per recuperare valori che sono alla base di un vero rinnovamento della società e che favoriscano una ripresa non solo economica, ma anche attenta a promuovere il bene integrale della persona umana.” La Chiesa ha un ruolo fondamentale in questa revisione, con l’ educazione che riporti l’uomo ad essere “persona”.

Insomma bisogna contrastare quell’ indivividualismo che porta l’uomo a chiudersi e non curarsi degli altri. L’elenco dei mali che ne derivano per il Lazio e Roma è lungo : “La speculazione nelle locazioni, l’inserimento sempre più faticoso nel mondo del lavoro per i giovani, la solitudine di tanti anziani, l’anonimato che caratterizza spesso la vita nei quartieri delle città e lo sguardo a volte superficiale sulle situazioni di emarginazione e di povertà, non sono forse conseguenza di questa mentalità?” Riprende un tema che aveva proposto anche nel discorso alla Curia Benedetto XVI. “La fede ci dice che l’uomo è un essere chiamato a vivere in relazione e che l’“io” può trovare se stesso proprio a partire da un “tu” che lo accetti e lo ami.” La ricetta è la riscoperta delle relazioni tra persone “ed è compito anche delle Istituzioni favorire la crescita della coscienza di essere parte di un’unica realtà, in cui ognuno, a somiglianza del corpo umano, è importante per il tutto”. E cita il famoso apologo di Menenio Agrippa sul corpo e la mente.

Accoglienza e relazione come, dice il Papa nei giorni della Beatificazione di Giovanni Paolo II., quando i pellegrini migliaia “hanno potuto vivere giorni sereni e di fraternità, grazie anche alla vostra preziosa collaborazione.” E anche se non tutti sarebbero d’accordo quello che conta è l’incoraggiamento del Papa alle istituzioni. E Benedetto mette in chiaro quanto la Chiesa, anche attraverso la Caritas diocesana, sia in prima linea sul fronte dell’accoglienza e dell’ integrazione di chi “provenendo da Paesi in cui la povertà è spesso causa di morte, o fuggendo da essi per tutelare la propria incolumità” bussa alle porte delle parrocchie. Ognuno deve sentirsi a casa, deve prendersi cura dell’ altro “nell’attento e necessario rispetto delle leggi che regolano il vivere collettivo”, aggiunge. Accoglienza e poi solidarietà: “Alle Istituzioni spetta il compito di mostrare sempre attenzione e appoggio a quelle realtà da cui dipende il bene della società.” La famiglia al primo posto, quella “fondata sul matrimonio come essenziale cellula della società” e poi i giovani “che sono i più penalizzati dalla mancanza di lavoro” perché non corrano il rischio di cadere “vittime di organizzazioni illegali, che offrono facili guadagni e non rispettano il valore della vita umana.”

Il Papa ricorda, senza citarla espressamente, anche il recente fatto di cronaca nera che ha coinvolto la comunità cinese a Roma, e lo riconduce alla necessità di “promuovere una cultura della legalità”. Cosa devono fare le Istituzioni? “Essere esemplari nel rispetto delle leggi, di emanare provvedimenti giusti ed equi, che tengano conto anche di quella legge che Dio ha iscritto nel cuore dell’uomo e che può essere conosciuta da tutti mediante la ragione.” Del resto il destino di ognuno è legato al destino di tutti e tutti dobbiamo costruirlo insieme.

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