Anno della fede. Istruzioni per l’uso

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Sarà una “Eucarestia celebrata dal Santo Padre, in cui rinnovare solennemente la professione di fede” a concludere l’Anno della Fede, il 24 novembre 2013, Solennità di Gesù Cristo Re dell’Universo. Un anno in cui la Chiesa è chiamata a riscoprire il Concilio nel solco dell’ermeneutica della continuità promossa da Benedetto XVI, a rileggere e diffondere il Catechismo della Chiesa Cattolica, a promuovere la Penitenza dei fedeli durante il periodo quaresimale. Un anno durante il quale anche il dialogo ecumenico subirà un nuovo impulso. Perché “la riscoperta gioiosa della fede potrà anche contribuire a consolidare l’unità e la comunione tra le diverse realtà che compongono la grande famiglia della Chiesa”.

 

È una nota della Congregazione della Dottrina della Fede che dà le istruzioni per l’uso dell’Anno della Fede proclamato da Benedetto XVI. Quaranta proposte, a livello di Chiesa universale, di Conferenze Episcopali e poi a livello di diocesi, parrocchie, comunità, associazioni, movimenti. Tutti sono chiamati a vivere l’anno della fede. E tutti sono chiamati a tornare a Dio. E tutti sono chiamati a conoscere e far conoscere la retta dottrina della Chiesa.

Così, la Congregazione per la Dottrina della Fede chiede di incoraggiare i pellegrinaggi a Roma e quelli in Terrasanta, e ritiene “utile invitare i fedeli a rivolgersi con particolare devozione a Maria”. In fondo, fu a Maria che Benedetto XVI affidò la Chiesa, durante il suo viaggio a Fatima nel 2010, nel pieno della bufera per gli scandali pedofilia. E anche la prossima Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro sarà parte integrante dell’anno della Fede, in quanto “occasione privilegiata ai giovani per sperimentare la gioia che proviene dalla fede nel Signore Gesù e dalla comunione con il Santo Padre, nella grande famiglia della Chiesa”.

Altri consigli alla Chiesa universale: approfondire la conoscenza del Concilio Vaticano II (è il cinquantenario dall’indizione), approfondire lo studio del catechismo, fare attenzione alle parole del Papa in catechesi, discorsi, omelie (e si capisce che tutte le parole del Papa saranno dedicate all’anno della Fede). Sarà una segreteria nel Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione ad avere il compito di ben comunicare l’Anno della Fede.

Quali sono, invece,  le raccomandazioni per le Conferenze Episcopali? Promuovere un giornata di studio dedicata al tema della Fede, favorire la ripubblicazione dei principali documenti del Concilio e la pubblicazione del Compendio del Catechismo, promuovere la preparazione di sussidi divulgativi, diffondere la conoscenza dei Santi. Uno sforzo divulgativo che deve passare attraverso il cinema, i nuovi mezzi di comunicazione, l’arte. E che deve riguardare anche l’insegnamento accademico. Si legge nella nota: “I docenti nei Centri di studi teologici, nei Seminari e nelle Università cattoliche sono invitati a verificare la rilevanza, nel loro insegnamento, dei contenuti del Catechismo della Chiesa Cattolica e delle implicazioni derivanti per le rispettive discipline”. Non solo: “È auspicabile una verifica dei catechismi locali e dei vari sussidi catechistici in uso nelle Chiese particolari, per assicurare la loro piena conformità con il Catechismo della Chiesa Cattolica”, e – nel caso questi non siano conformi – se ne dovranno redigere di nuovi. E poi “sarà opportuna, in collaborazione con la competente Congregazione per l’Educazione Cattolica, una verifica della presenza dei contenuti del Catechismo della Chiesa Cattolica nella Ratio della formazione dei futuri sacerdoti e nel Curriculum dei loro studi teologici”.

Anche le diocesi sono chiamate a concludere l’Anno della Fede in maniera solenne. Ogni diocesi, ogni chiesa particolare è invitata a dedicare una giornata al Catechismo, magari da tenere con le eparchie orientali, in modo da favorire il dialogo ecumenico. I vescovi sono invitati a dedicare la loro lettera pastorale al tema della Fede, a “patrocinare” momenti di catechesi, a verificare la recezione del Concilio e del Catechismo, a dedicare la formazione permanente sull’Anno della Fede (e gli argomenti – delineati in maniera dettagliata – vanno dall’annuncio del Cristo risorto alla Catechismo nella cura pastorale ordinaria), a organizzare simposi, coinvolgendo mondo accademico e della cultura, per favorire il dialogo tra fede e ragione, e magari anche incontri con persone senza riferimenti religiose, nello spirito di quelli del Cortile dei Gentili. E poi, maggiore attenzione alle scuole cattoliche. Ma soprattutto “si invitano i Vescovi ad organizzare, specialmente nel periodo quaresimale, celebrazioni penitenziali in cui chiedere perdono a Dio, anche e specialmente per i peccati contro la fede. Quest’Anno sarà altresì un tempo favorevole per accostarsi con maggior fede e più intensa frequenza al sacramento della Penitenza”.

Infine, le comunità locali. Le quali dovranno avere più attenzione alla liturgia; studiare e far studiare il catechismo – “nelle parrocchie si auspica un maggiore impegno alla distribuzione del Catechismo della Chiesa cattolica o altri sussidi adatti alle famiglie” –; promuovere missioni popolari per aiutare i fedeli a riscoprire la fede. E poi, si chiede impegno per la nuova evangelizzazione agli istituti di vita consacrata; preghiera per la fede agli istituti di vita contemplativa; attività inserite nell’anno della fede ad associazione e movimenti (in accordo con il vescovo locale). A tutti si chiede di comunicare la propria esperienza di fede, “dialogando coi loro fratelli e sorelle, anche delle altre confessioni cristiane, con i seguaci di altre religioni, e con coloro che non credono, oppure sono indifferenti. In tal modo si auspica che l’intero popolo cristiano inizi una sorta di missione verso coloro con cui vive e lavora, nella consapevolezza di aver ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti”.

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