Esenzione Ici: una falsa notizia!

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Dopo mesi di numeri sparati a caso giusto per sparare qualcosa, pur di far parlare di sé, finalmente è arrivato il momento della verità. Ma, come spesso succede, quando arriva il momento della verità e di dire le cose come stanno molti si defilano e tentano di banalizzare l’argomento. Ed ecco che tutto il battage, montato a regola d’arte, è finito con un grandissimo bluff, di cui gli autori proponenti si vergognano di fornire i giusti numeri. Rileggendo e riascoltando a posteriori tutti i numeri fornitici in questi mesi, si ha la sensazione di esserci trovati immersi in una fabbrica di notizie false, senza che nessuno si sia seriamente informato sulla natura delle cose. E una volta accertata che la notizia era falsa, nessuno di coloro che hanno sostenuto la ‘falsa’ notizia si è premurato di dare quella vera. Il bello è vedere come su una ‘falsa’ notizia si sia scatenata una ‘caccia alle streghe’!

Infatti a molti piace dare i numeri, convinti che prima o poi questi usciranno sulla ruota fortunata e porteranno grande prosperità. Infatti si era arrivati a parlare di circa due miliardi di euro di evasione dell’Ici, con un gioco al rialzo, paragonabile alla ‘roulette russa’ del mitico film ‘Il cacciatore’, che aveva messo sotto accusa Chiesa cattolica e onlus per le loro agevolazioni. La cifra veniva, dicevano i giornali, nientemeno che dall’Agenzia delle entrate, e sicuramente andava rivista al rialzo, in quanto si trattava di una stima del 2005; l’Anci stimava il mancato introito per lo Stato in 700 milioni di euro, anche se Luca Antonini, membro dell’Agenzia per il Terzo settore, stimò la modestissima cifra di 100 milioni.

A distanza di tempo, a sfatare questa leggenda metropolitana, creata sul nulla, ci ha pensato la ‘Relazione finale del gruppo di lavoro sull’erosione fiscale’, uno studio di 457 pagine disponibile online sul sito del Ministero del Tesoro, guidato dal sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani, che l’ex ministro del Tesoro Giulio Tremonti aveva voluto per censire le varie voci che in un modo o nell’altro riducono il gettito fiscale. Il documento stima il mancato introito derivante da ciascuna delle 720 agevolazioni fiscali previste dalla legge. In verità nella tabella, non si fa nemmeno una stima delle voci 599 (edifici di culto) e 604 (oratori e similari).

Ad onor del vero il paragrafo 4.3 stima in 313 milioni di euro l’erosione complessiva derivante dall’esenzione ICI per gli immobili di categoria E, ovvero per unità immobiliari urbane a destinazione particolare, comprendenti gli edifici di culto (E7), ma anche una miriade di altri edifici tra cui edicole, chioschi, sale di attesa ferroviarie, fari, ponti, torri dell’orologio, fabbricati nei cimiteri. Però se vogliamo cercare una stima precisa, occorre scorrere con pazienza il voluminoso studio per arrivare alla voce 603, che è l’Esenzione per gli immobili utilizzati dai soggetti di cui all’art. 73, comma 1, lettera c), del TUIR destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive: se per una balzana idea lo Stato decidesse di far pagare l’Ici a tutti gli edifici non commerciali italiani in cui si svolge un’attività di rilevanza sociale, oggi esenti (quindi Chiesa e non profit, tutto insieme) nelle casse dello Stato entrerebbero solo 100 milioni di euro.

A questo punto è giusto porsi una ulteriore domanda: a fronte di questi 100 milioni persi dallo Stato, lo stesso quanto ne ha ricavati dalle opere di carità e sussidiarietà offerti dalla Chiesa e dalle organizzazioni di volontariato e non profit? Immensamente molto, solo se si pensa che tutte le attività offerte ‘gratis’ allo Stato da queste ‘organizzazioni’ sono state stimate in un valore pari a 4% del PIL ed offre occupazione a più di 630.000 persone, secondo i dati forniti dal Censis a luglio 2011. Insomma il delitto era stato servito sulla tavola degli italiani, ma a distanza di poco tempo si è scoperto che mancava un movente, ma soprattutto mancava il ‘morto’, e di conseguenza l’assassino, a meno che non si voglia far passare da assassino chi ha fornito la notizia fasulla… Ma allora non si tratta di delitto, ma di suicidio!

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