Il Papa: la sofferenza può trasformasi in momento di grazia

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“Il momento della sofferenza, nel quale potrebbe sorgere la tentazione di abbandonarsi allo scoraggiamento e alla disperazione, può trasformarsi così in tempo di grazia per rientrare in se stessi”. Benedetto XVI lo scrive nel messaggio per la Giornata del Malato 2012 reso noto dalla sala Stampa della Santa Sede. Un testo che si sofferma sui “sacramenti di guarigione” con una accurata analisi biblica. “Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato”, la frase del Vangelo di Luca, è il tema proposto per la riflessione. “Prendere coscienza dell’importanza della fede per coloro che, gravati dalla sofferenza e dalla malattia, si avvicinano al Signore” è l’invito del Papa. Il messaggio ricorda che la prossima celebrazione solenne si svolgerà in Germania, nel santuario di Altoetting nel 2013. Nei prossimi mesi quindi la preparazione è concentrata sui sacramenti come Confessione, Unzione degli infermi e naturalmente Eucaristia.

 

 

“La salute riacquistata – scrive Benedetto XVI – è segno di qualcosa di più prezioso della semplice guarigione fisica, è segno della salvezza che Dio ci dona attraverso Cristo”, e rivela “l’importanza che l’uomo, nella sua interezza di anima e di corpo, riveste per il Signore”. Il “binomio tra salute fisica e rinnovamento delle lacerazioni dell’anima” ci aiuta quindi a “comprendere meglio” i sacramenti di guarigione. Nel sacramento della Penitenza, che il Papa definisce “medicina della confessione”, l’esperienza del peccato “non degenera in disperazione, ma incontra l’Amore che perdona e trasforma”. In questo modo “il momento della sofferenza, nel quale potrebbe sorgere la tentazione di abbandonarsi allo scoraggiamento e alla disperazione, può trasformarsi in tempo di grazia per rientrare in se stessi e ripensare alla propria vita, riconoscendone errori e fallimenti, sentire la nostalgia dell’abbraccio del Padre”. C’è poi l’Unzione degli Infermi, un sacramento che “merita oggi una maggiore considerazione, sia nella riflessione teologica, sia nell’azione pastorale verso i malati”, e non va ritenuto “quasi un sacramento minore rispetto agli altri”, ma anzi un segno “della tenerezza di Dio per chi è nella sofferenza”. “

A coloro che, per motivi di salute o di età, non possono recarsi nei luoghi di culto”, va assicurata “la possibilità di accostarsi con frequenza alla Comunione sacramentale”, raccomanda il Papa, secondo il quale “è importante che coloro che prestano la loro delicata opera negli ospedali, nelle case di cura e presso le abitazioni dei malati si sentano veri ‘ministri degli infermi’”, anche quando l’Eucaristia è “amministrata e accolta come viatico”, sacramento “del passaggio dalla morte alla vita, da questo mondo al Padre”.

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